“In ogni chiesa, c’è sempre qualcosa che stona” (Jacques Prevért)
“L’Apocalisse è un’ossessione del dissenter, l’integrazione è la realtà concreta di coloro che non dissentono” (Umberto Eco)
“Quando si dice che si è d’accordo su qualcosa in linea di principio, significa che non si ha la minima intenzione di metterla in pratica” (Otto Von Bismarck)
“L’onesto disaccordo è spesso un buon segno di progresso” (Mahatma Gandhi)
“Sono contumacio e dissidento, io dissido” (Totò)
L’ITALIA DISSENTE, NON VOTANDO
Il nostro profondo problema politico è che mezza Italia dissente, ma non va più a votare. Non vi sembra enorme il numero delle persone che non vogliono più votare? Dissentono e protestano, esprimendosi col non voto. Ho ricevuto questa lettera dal signor Aurelio Scuppa: “Buono l’amaro Lucano! Gliel’ho già detto altre volte. Lei mi è molto simpatico con quel viso da burbero benefico, con i suoi racconti di vita familiare e con quei ricordi che a volte mi fanno tornare indietro nel tempo (ho 71 anni), ma per favore non parli di politica. Perde tutto il suo fascino. Un cordiale caro saluto”.
RISPONDO CON UNA RIFLESSIONE
Rispondo: immaginavo (senza timore…) di ricevere molti sfottò, in conseguenza delle mie fervide, e probabilmente esagerate, speranze pre-elettorali. Invece – finora – mi ha canzonato (direi non solo cordialmente, addirittura affettuosamente) solo il lettore Scuppa. Ricambio la simpatia, ma qualche puntualizzazione è indispensabile. A me piace confrontarmi con i lettori che la pensano diversamente: il bello della democrazia è questo. Mi dispiace che lui vorrebbe il mio silenzio e preciso: scrivo raramente di politica non certo per accontentare il suo – legittimo – desiderio, ma perché rispetto la superiore competenza di alcuni opinionisti.
CHI NON VOTA HA PERSO FIDUCIA E PAZIENZA
Quanto alle mie previsioni, solo in parte errate (il sì però ha trionfato), propongo una riflessione. Speravo che gli italiani avessero perso la pazienza ed esprimessero nelle urne la loro volontà di cambiamento. Non è stato così. Tuttavia quasi mezza Italia la pazienza l’ha persa e lo ha dimostrato come sta facendo da anni: si è rifiutata purtroppo di votare. E questo indica il contrasto tra previsioni e sondaggi, e i risultati elettorali. È un problema immenso, perché ormai ci sono due Italie.
NÈ CHAMPAGNE NÈ UN AMARO, SOLO MALINCONIA
Non ho brindato dunque con champagne o fragolino, come avevo scritto, ma neanche mi sono consolato con l’ottimo amaro lucano, come vorrebbe il lettore. Ho riflettuto però, malinconicamente, sul futuro di figli e nipoti.