Pur essendo un Salernitano DOC, nell’articolo in cui descrivevo le meraviglie del Cilento, ho fatto degli errori, confondendo alcuni piatti tipici del Salento con quelli del Cilento; grazie ad alcuni lettori attenti e ovviamente offesi da queste inesattezze, di cui chiedo scusa, devo tuttavia precisare che la mia intenzione era comunque di rimarcare il valore nutrizionale salutistico e perfino emotivo della dieta mediterranea, che nel Cilento ha le sue radici.
Quando parliamo di questa terra, parliamo di luoghi meravigliosi per il clima, la storia, la gente che ci vive: ed e’ un peccato che molti italiani non ne conoscano le bellezze, scegliendo spesso mete straniere mentre tutto il mondo ci invidia i nostri paesaggi e non solo. Tra le meraviglie del Cilento, che vale la pena di visitare, vi è il monastero certosino dedicato a San Lorenzo, situato ai piedi del borgo di Padula. Nella campagna Cilentana spiccano a testimonianza delle origini greche, i grandi templi del sito archeologico di Paestum, luogo che il filosofo FRIEDRICH Nietzsche, considerava divino, come se un dio vi avesse costruito con enormi blocchi di pietra la sua casa. Anche a Velia, meno conosciuta, esiste un sito archeologico che fa capo al comune di Ascea, in cui si respira aria di antichissimi approdi.
A fondare questa città originale, conosciuta come Elea, furono nel VI secolo a.c. I Focei, popolo originario dell’Asia minore. Situata alla spalle di capo Palinuro, godette di un lungo periodo di prosperità che favorì il diffondersi della cultura e delle arti, qui nacquero la scuola filosofica di Parmenide e una rinominata scuola medica. Tutta la costiera Cilentana è un sito archeologico, e infatti è patrimonio dell’umanità sotto tutela dell’UNESCO.
Io ci ho passato tanti momenti belli durante l’estate, a Oglistro Marina, e conosco bene il popolo del Cilento, gente ricca di cuore e di orgoglio, innamorata della propria terra e del proprio ambiente.
Tra i prodotti che invito ad assaggiare ci sono le alici di menaica, in italiano menaide, riferito a una rete per la pesca del pesce azzurro, usata in passato anche dai Greci, che consente di selezionare le alici più grandi.
Questo tipo di pesca viene ancora oggi praticata a Pisciotta da pochissimi pescatori e viene effettuata di notte nelle giornate di mare calmo. Le alici pescate, all’alba vengono pulite e disposte sotto sale in vasetti di terracotta (si alterna il pesce a strati di sale marino grosso). La salatura è una tecnica antichissima legata alla tradizione di Pisciotta. Le alici di menaica hanno un valore organolettico straordinario e si distinguono per le loro carni chiare tendenti al rosa.
Un altro prodotto che vale la pena assaggiare è il Fico bianco del Cilento. Introdotto dai Greci nel VI secolo a.C, il fico bianco è diventato uno dei prodotti tipici più importanti del Cilento. Alimento pregiato, dalla buccia gialla e rugosa, lo si trova sia fresco che essiccato. Tutte le fasi della sua lavorazione si svolgono interamente nell’area geografica di produzione, presso piccole aziende. Viene raccolto fra Agosto e Settembre e posto in commercio a Dicembre. I fichi (a volte dopo essere stati sbollentati in acqua aromatizzata con alloro, finocchietto o altre essenze naturali) si fanno asciugare e si passano in forno. Possono essere degustati al naturale oppure impaccati (ripieni di noci, mandorle, scorze di arancia o di limone, finocchietto o spicchi di mandarino). Successivamente vengono “steccati” (infilzati con degli spiedini di legno) oppure conservati in ceste di vimini. Da provare quelli ricoperti di cioccolato fondente.
Tra gli eventi cui vale la pena di partecipare, che sono tanti e possono essere conosciuti tramite i siti specifici del territorio, segnalo particolarmente quello denominato "Artististicamente, Velia finestra sulla cultura eleatica, XIV Settimana della Cultura 2012", in programma dal 14 al 22 aprile 2012, ad Ascea.
In conclusione del mio personale viaggio, ringrazio ancora i lettori che hanno segnalato l’errore involontario, sicuro di essere perdonato proprio in virtù del mio amore viscerale per questa terra che porto nel cuore.
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