Credo di conoscere bene il gioco. L’impatto che si cercava con la notizia dell’assunzione della sorella di un Senatore della Repubblica in Consolato è già stato trovato. Ormai adesso, ne sono sicura, a nessuno interessa la verità.
Né interessa il fatto, evidentemente, che io fossi disoccupata. A nessuno importa che mi fossi iscritta ad un’agenzia di lavoro per uscire dal buio della disoccupazione e che il mio profilo sia coinciso con quello di una figura richiesta dal Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires per un impiego temporaneo, monotono e a basso stipendio ($13.000 pesos = €65 euro al mese).
Ma a me non importava che il lavoro fosse pagato poco. Ero contenta perché avevo trovato un lavoro e lo avevo fatto da sola, senza l’aiuto di nessuno.
Invece, all’improvviso, pare che io debba essere costretta ad accettare di essere una vittima del “gioco” politico. Che mio fratello è Senatore e che “la politica è così”. Sinceramente però io tutto questo non lo capisco e sono fiera di non capirlo.
So bene quale incarico ricopre mio fratello e capisco le inevitabili conseguenze, ma spero di non capire mai la meschinità con cui si trattano le vite degli altri, dei figli, delle donne. Delle famiglie. Lo dico pensando a quei rivali politici di mio fratello, come Fabio Porta, coordinatore Pd in Sud America, che senza alcuno scrupolo parlano della mia vita senza conoscermi, senza sapere nulla di me. Questo è chiaramente di un attacco personale che mette in evidenza tutti gli attacchi infondati che l’On. Porta fa contro mio fratello. É chiaro che c’è una questione personale contro Adriano. Ma lo dico anche pensando ai giornali, ai quotidiani come Repubblica e all’articolo firmato dal giornalista Emanuele Lauria, o ai siti online che rendono pubblica la mia immagine con indegna impunità.
Io non sono il politico. Io non sostengo il governo. Io non mi sono mai presentata alle elezioni. Io ho scelto una vita privata. Una vita che oggi persone carenti di principi e morale hanno voluto rendere pubblica, con piena irresponsabilità.
Pago il prezzo (anche se alto e troppo ingiusto secondo me), ma il danno verrà risarcito. Che i politici siano abituati a queste insopportabili e inaccettabili prassi lo posso capire; ma da una cittadina comune, con sentimenti, con principi, con voglia e volontà di lavorare onestamente, ciò non sarà assolutamente permesso.
Ho deciso di rinunciare al mio lavoro. In appena un solo giorno ho provato quanto feroce, priva di limiti e indegna fosse la politica nella prassi di persone senza scrupoli. Al politico e a quei quotidiani con prassi estorsive arriverà la querela. Finalmente sarete voi a capire che ci sono limiti.
Fiorella Cario