“Il Corriere del Mezzogiorno” oggi dedica un focus a Salvatore Ferragamo, stilista italiano di fama mondiale. La sua figura sbarca alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia grazie al documentario “Shoemaker of Dream” di Luca Guadagnino.
Ferragamo, definito “il calzolaio delle stelle”, ha certamente contribuito con forza a creare il concetto di Made in Italy nel mondo.
Nato nel 1898, undicesimo di quattordici figli da una famiglia di agricoltori di Bonito, un paesino dell’Avellinese, Salvatore, sin da piccolo, fu rapito dal fascino delle calzature e, a soli dodici anni si trasferì a Napoli per lavorare in una bottega che confezionava scarpe.
In cerca di fortuna va in America nel 1914 dove raggiunge un fratello, operaio calzaturiero e va a vivere a Santa Barbara, dove stanno per nascere le prime case di produzione cinematografiche al tempo del muto.
Ben presto i divi di Hollywood, da Gloria Swanson a Rodolfo Valentino, vogliono calzare solo le sue scarpe.
Instancabile lavoratore, affinché le sue creazioni coniugassero estro, artigianalità e comodità, Ferragamo studia Anatomia all’University of Southern California.
Dopo la crisi del ’29, ritorna in Italia, negli anni difficili del Fascismo e del dopoguerra e, dopo essersi risollevato dalla bancarotta, si trasferisce a Firenze dove nel Palazzo Spini Feroni crea l’azienda che gli garantirà il successo internazionale.
Guadagnino si è ispirato a “Il calzolaio dei sogni”, romanzo autobiografico del noto stilista e ha avuto accesso agli archivi di famiglia. Non mancano le testimonianze come quella della moglie, dei figli e di Martin Scorsese che racconta la Hollywood degli albori nella quale si muoveva Ferragamo.
“Mi viene in mente l’incredibile rispetto che Ferragamo ha sempre avuto per il processo creativo – ha dichiarato Guadagnino – Che fosse ambizioso è fuor di dubbio, ma fra le due cose avrebbe certamente preferito l’etica della creazione. Ha vissuto la sua vita quasi come una sorta di outsider, è una persona che ha sempre posto se stessa fuori dal sistema nel quale era”.