Nei giorni scorsi è stato presentato in anteprima presso il Centro di Aggregazione Culturale di Ragusa il videoclip del brano “Oi Mà” testo, musica e voce di Amedeo Fusco. Gli arrangiamenti sono di Marco Cascone. Il videoclip è stato realizzato con la regia di Marco Castiglione. Fabrizio Arestia ha contribuito alla struttura musicale degli 11 brani dell’album “A vita mija”. Sono stati consultati durante la realizzazione del progetto Dory Zard, Pasquale Lo Iacono, Giuseppe Fusco e il tenore Dario Adamo, che ha svolto anche la funzione di vocal coach.
La serata, che ha avuto un’ottima risposta da parte del pubblico, è stata introdotta da Arturo Barbante. Quest’ultimo esordisce raccontando degli aneddoti sulla figura di Amedeo Fusco e su come si sono conosciuti grazie ad una passione comune quale i mercatini delle pulci. Barbante ricorda poi il genio organizzativo del neo-cantante con iniziative particolarmente apprezzate come “Notti al castello”, che consistevano nell’organizzazione di diversi eventi presso il Castello di Donnafugata. L’amico pittore passa poi ad introdurre “Oi Mà”, brano dal sapore nostalgico scaturito dai sentimenti che provano tutti coloro che, per varie ragioni, si ritrovano a lasciare la propria terra, radici e legami affettivi.
La lingua usata è il calabrese, dialetto di origine dell’autore che, come afferma lo stesso Barbante, è stata usata forse per connettersi con quelle origini che Amedeo Fusco ha lasciato e per esprimere il sentimento che prova chiunque si allontani dalle proprie radici: quello di tornare nella propria terra.
È intervenuto poi il musicista Marco Cascone, che racconta di come sia nata la loro collaborazione per quanto riguarda gli arrangiamenti del disco. Racconta, inoltre, della sua iniziale titubanza, che si è immediatamente dissipata nel momento in cui, ascoltando i brani, scopre la forza poetica dei brani.
Marco Castiglione e Amedeo Fusco (regista) facevano coppia in teatro a Roma. Quando hanno cominciato a lavorare a questo progetto i ruoli si sono invertiti: ora era Castiglione che dirigeva Fusco e Castiglione stavolta provava una grande soggezione. Passa poi alla nascita e realizzazione tecnica, fase per fase, del videoclip del brano, ma più in generale di come si realizza un film.
La parola passa poi ad Amedeo Fusco, il quale confessa che la voglia di fare un disco nasce sin da quando aveva dodici anni, periodo in cui nel proprio paese, Scala Coeli, comincia a fare lo speaker radiofonico.
Racconta, quindi, della nascita di questo progetto in una serata in Calabria, mentre canta, “A ra pizzeria”, una canzone della tradizione orale del suo paese e in quell’occasione ha detto che quella canzone avrebbe fatto parte di un disco a cui stava lavorando. Non era vero! Ma lui stesso ha creduto a quella bugia che ha dato, però, il via davvero al progetto.
“Oi Mà” corrisponde al modo dei calabresi di chiamare la propria madre e lo dedica non solo alla propria madre, ma anche a tutte le madri in generale e a tutti i figli che si vedono costretti ad andare lontano dal proprio luogo di origine, ai migranti, che lasciano il proprio paese in cerca di fortuna, ma che molto spesso incontrano solo un destino nefasto.
Dopo questo intervento inizia la proiezione del videoclip e in sala irrompono la musica di “Oi Mà” e la voce struggente e carica di emozione di Amedeo Fusco. A fine proiezione, in sala regna un silenzio commosso, un silenzio che nessuno ha il coraggio di rompere per evitare di far svanire la magia che l’ascolto del brano ha suscitato.
Marco Cascone anticipa che il disco è molto vario e completo, capace di racchiudere al suo interno brani che suscitano le più varie delle emozioni: “Dalla risata alla lacrima”. L’album è frutto di una grande sinergia tra quest’ultimo, l’autore del disco, Gianluca Abbate, che ha curato l’editing, e tutti coloro che hanno cooperato alla sua realizzazione. Sarà pubblicato a tiratura limitata ed è già prenotabile.
Presto partirà un tour, alcune date sono già state fissate in Calabria.
“Oi Mà” sembra quasi una ninna nanna, ma cantata da un figlio alla propria madre, un inno al legame che rimane comunque indissolubile nonostante la distanza o la mancanza della figura genitoriale.