Il vento è cambiato in Europa. La destra ha preso tanti voti e il vecchio fronte centrista è arretrato. Il blocco che per anni ha portato avanti il sistema che c’è attualmente non ha più il solido consenso che aveva prima. I socialisti sono usciti ridimensionati da questa tornata elettorale e confermano il loro brutto periodo.
Un esempio è l’ammucchiata che c’è stata nei Paesi Bassi tra i Laburisti di Frans Timmermans e i Verdi contro la destra di Geert Wilders. Questo denota una certa difficoltà di una certa parte del mondo politico europeista. Tuttavia, ciò potrebbe non essere sufficiente a garantire un cambio a livello politico dell’Europa. Infatti, i socialisti hanno ancora i numeri per poter dire la loro. Quindi, un’eventuale “coalizione Ursula” si potrebbe fare, ma avrebbe dei numeri molto più risicati rispetto al passato.
Avere numeri risicati in Europa significa essere sempre a rischio di andare sotto. Dunque, la nuova Commissione europea potrebbe essere una vera incognita.
La premier del nostro Paese Giorgia Meloni ha detto che non si faranno inciuci coi socialisti. Ciò è perfettamente coerente con la storia di Fratelli d’Italia e dei conservatori. Per contro, i socialisti dicono che senza di loro non si potrà fare la Commissione europea. Quindi, si rischia di trascorrere cinque anni nell’instabilità totale delle istituzioni europee.
Deve essere ricordato che i socialisti sono coloro che propugnano certe politiche che fanno tanto discutere. Basta pensare, per esempio, alla misura in favore delle case “green”, una misura che causerebbe danni a molti, se fosse adottata.
Proprio le politiche europee sono diventate impopolari. Questo ha fatto reagire la gente, la quale ha votato in massa i partiti di destra.
L’Unione Europea è a un bivio: o cambia radicalmente o andrà in frantumi.