Clandestinità e razzismo sono parole che oggi vanno di moda. Anch’io voglio aggregarmi a questa confraternita di intellettuali, politici e falsi buonisti. In Italia si spendono fior di milioni per l’accoglienza dei migranti, ma non un solo centesimo per i nostri giovani connazionali che sono costretti a lasciare l’Italia per sfuggire alla guerra del lavoro; sì, perché anche questa è una guerra. E non possiamo chiudere gli occhi.
Negli ultimi anni centinaia di migliaia di giovani sono stati costretti ad abbandonare casa, famiglia, amici per cercare altrove di realizzare i propri sogni. Chi arriva sulle nostre coste fugge dai Paesi dove la vita è difficile e si è persa la speranza. Per certi versi, pur con le dovute differenze socioeconomiche, i nostri ragazzi sono spinti da obiettivi simili. Vivere meglio di come si vive nel proprio Paese.
Mi aspetto da questo governo, che in questa legislatura ha due sottosegretari provenienti dal mondo degli italiani all’estero, che l’azione politica si concentri sul fenomeno della nostra nuova emigrazione giovanile, ancor più che sulla cittadinanza o sul voto estero, che interessa poco quando in campo ci sono le sofferenze delle famiglie.
Recentemente l’On. Merlo ha ricevuto la Senatrice e ministro del governo australiano, Concetta Fioravanti-Wells. Chissà se in quell’occasione i due hanno parlato delle reali condizioni dei nostri connazionali, che vanno a raccogliere la frutta pur di mantenere il diritto di rimanere in quel Paese.
Stando agli ultimi dati, il sud Italia ha perso oltre un milione di persone, giovani che in questo momento si trovano ad arricchire con la loro professionalità qualche azienda straniera. Abbiamo investito tanto su di loro per poi lasciarli andare; nessun governo, di destra o di sinistra, ha saputo arginare questa emergenza epocale: l’Italia non ha bisogno del reddito di cittadinanza, ma di lavoro reale e non virtuale.
Prima che sia troppo tardi. Anche se sono convinto che abbiamo perso la battaglia per questi ragazzi; potranno ritornare? Potranno non dover partire? Finora la fiducia nei confronti dello Stato è stata pari a zero. Ma sono pronto a ricredermi se i nostri parlamentari al governo riusciranno almeno a fermare quest’esodo.