Con una spettacolare e cruenta operazione durata quasi 12 ore che ha causato almeno 28 morti, i talebani pachistani hanno attaccato ieri sera l’aeroporto internazionale Jinnah di Karachi, sfidando apertamente le forze di sicurezza locali, ma soprattutto ponendo un pesante macigno sulla strada di futuri colloqui di pace con il governo del premier Nawaz Sharif. Secondo l’ufficio stampa dell’esercito pachistano (Isrp) "tutti i 12 terroristi intervenuti sono stati uccisi", mentre negli ospedali cittadini sono stati registrati i cadaveri di 12 membri delle forze dell’ordine e di quattro dipendenti dell’aeroporto. Oltre ai morti, hanno riferito fonti sanitarie, almeno altre 24 persone sono rimaste ferite.
Tutto e’ cominciato verso le 23, quando un commando del movimento Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP), che ha poi ufficialmente rivendicato l’operazione, e’ entrato in azione nella zona del vecchio terminal della capitale industriale del Pakistan, aprendosi il cammino verso l’Isphani Hangar (area di manutenzione degli aerei) con l’intervento di almeno due o tre kamikaze che si sono fatti esplodere davanti al cancello che da’ accesso alla zona cargo. I miliziani, molti dei quali indossavano uniformi della Forza di sicurezza aeroportuale (Asf) per creare confusione, si sono divisi in due gruppi, uno dei quali si e’ diretto verso la pista dello scalo con l’obiettivo, "subito sventato" ha assicurato un portavoce dei Rangers pachistani, di sequestrare un aereo su cui stavano imbarcandosi i passeggeri. L’altro gruppo, armato di armi automatiche, lanciarazzi, esplosivi e bombe a mano, ha invece preso posizione in alcuni edifici a quell’ora deserti, riuscendo ad incendiarne uno e a danneggiare gravemente due hangar privati.
Fiamme e alte colonne di fumo sono state visibili nella zona per gran parte della notte. Il vecchio terminal non e’ piu’ molto frequentato ma, hanno ricordato i media, viene tuttavia ancora utilizzato per l’imbarco delle personalita’ pachistane e straniere. Le prime furiose sparatorie hanno probabilmente causato il maggior numero di vittime non solo fra gli uomini della sicurezza, ma anche fra i dipendenti dell’Authority dell’Aviazione civile (Caa) e della compagnia aerea pachistana Pia, gli unici in servizio notturno. Dopo circa sei ore dall’inizio degli scontri a fuoco, un portavoce dei Rangers pachistani ha annunciato la fine delle ostilita’ e il ritorno alla calma nell’aeroporto. Ma prima dell’alba nuovi scoppi e nuove sparatorie hanno mostrato che alcuni dei militanti del TTP erano ancora nascosti nella struttura aeroportuale.
L’esercito e’ quindi nuovamente entrato in azione realizzando un altro rastrellamento che ha portato, verso le 12 locali, ad un secondo annuncio di fine degli scontri e della restituzione dello scalo all’attivita’ civile normale per il pomeriggio, come poi effettivamente avvenuto. Nella sua rivendicazione il portavoce ufficiale del TTP, Shahidullah Shahid ha detto che "abbiamo sferrato questo attacco per vendicarci dell’uccisione di Hakimullah Mehsud (capo del TTP) e dei brutali assassinii dei nostri prigionieri in carcere". Lo stesso Shahid ha poi precisato che "gli attacchi continueranno fino a quando non vi sara’ un accordo di pace reale con il governo". A piu’ riprese nei mesi scorsi il governo di Islamabad ed il TTP sono sembrati vicini all’avvio di un dialogo, grazie anche ad un cessate-il-fuoco decretato dai talebani per 40 giorni. "Credo che dopo l’incidente all’aeroporto di Karachi – ha detto Waqas Shah, autorevole giornalista della tv Khyber Tv – difficilmente vi sara’ una possibilita’ che il governo negozi ulteriormente con i talebani". "E non e’ da escludere – ha concluso – che le forze di sicurezza realizzino presto una operazione anti-talebani nel Waziristan settentrionale". Preoccupazione e’ stata espressa anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che ha chiesto ulteriori sforzi per "combattere il terrorismo e l’estremismo religioso".
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