L’American BBQ è molto gradito anche nella capitale. Gli amanti delle grigliate all’aperto possono gustare un hamburger cucinato con una pannocchia arrostita e condito con una salsa squisita, oppure tutta una serie di piatti squisiti ed elaborati, da accompagnare a salse succulente.
Alcuni possono pensare che sia una novità, invece le origini della preparazione di questo menù risalgono al metodo di cottura utilizzato dagli indigeni. Si tratta di una cottura lenta, a temperatura costante, effettuata con forni che a volte sono scavati nella terra. La tempistica di preparazione è molto lunga, dalle 2 alle 12 ore, quindi lo chef deve essere una persona molto paziente. Questo è un piatto che non è adatto a chi ama il fast food veloce.
Per essere perfetta, la carne deve essere morbida all’interno e croccante all’esterno. Fra i vari piatti ci sono quelli tradizionali e quelli rielaborati secondo i gusti degli avventori. Si va dal pulled pork, una preparazione a base di maiale sfilacciato e condito con salsa; il ribs, le costine di manzo; il pork ribs, spuntature alla cacciatora; lo smokey burger, un hamburger alla romana riempito anche da insalata di cavolo cappuccio crudo, la cosiddetta “coleslaw”; il fried chicken, i bocconcini di pollo con una panatura che richiama la scorza della porchetta; il brisket, la punta di petto di manzo.
Alcuni invece della carne di manzo preferiscono usare il pollo o l’agnello. I contorni sono il classico piattino di patatine fritte, i fagioli stufati, o l’insalata di cavolo. Immancabili le salse per dare condimento, in primo piano la senape, il ketchup e spezie varie.
Per gli americani che hanno lanciato questo stile culinario l’allestimento del barbecue rappresenta un rito. Si tratta di una vera e propria filosofia gastronomica. La griglia può essere a gas, elettrica, oppure a carbonella.