Sale a 24 il bilancio delle vittime della tragedia dell’hotel Rigopiano. 13 sono uomini e 11 donne. Questa mattina è stato estratto ancora un corpo dalle macerie dell’albergo. “In alcuni casi sono morti immediate per schiacciamento. In altri casi le morti sono state meno immediate, con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, nel corso di una conferenza stampa, spiegando i risultati delle sei autopsie già effettuate. “Non abbiamo casi di morte esclusivamente per ipotermia”, ha sottolineato.
Cinque sono ancora le persone che risultano disperse. Attualmente sono ancora duecento i soccorritori al lavoro sul posto.
Gabriele D’Angelo è morto assiderato sotto la valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano. Lo ha stabilito l’autopsia a cui e’ stato sottoposto, secondo quanto riferisce il medico legale di parte Domenico Angelucci. “Non ci sono segni di traumi ne’ di asfissia come emorragie congiuntivali – spiega il medico -. Secondo noi se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”, riferisce il medico di parte della famiglia D’Angelo.
Intanto l’”incombente pericolo valanghe” sulle macerie del Gran Sasso Resort Rigopiano, blocca la visita guidata dei giornalisti e degli operatori televisivi, prevista per stamattina.
GENTILONI, “FATTO TUTTO IL POSSIBILE” Difende i soccorsi definendoli “esemplari”, e la Protezione civile, che e’ un “patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto”. Annuncia un decreto legge, “un passo avanti per prevenire l’accumulo di ritardi che possono verificarsi nei prossimi mesi”, anche perche’ “le risorse ci sono”, come l’appoggio da parte dell’Unione Europea. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, riferisce nell’Aula del Senato sulla tragedia di Rigopiano, e respinge le polemiche sollevate da qualche forza di opposizione: “abbiamo fatto tutto il possibile”.
Se ci sono stati ritardi o responsabilita’ “lo stabiliranno le inchieste”, ma il governo “non teme certo la verita’”, perche’ la verita’ “serve a fare meglio, non per avvelenare pozzi”.
Quindi, sottolinea il premier, “non condivido una certa voglia che vedo serpeggiare di capri espiatori e giustizieri. Anche perche’ la storia e’ lesta a trasformare i giustizieri in capri espiatori”. Il capo dell’esecutivo spiega che lo Stato ha mobilitato tutte le sue energie per l’emergenza, e’ stato messo in atto “ogni sforzo” dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico, “per cercare di salvare vite umane”, tanto che i nostri uomini hanno raggiunto quel posto “con le pelli di foca. Abbiamo messo in campo 200 persone in quell’area. Davvero tutti i mezzi possibili sono stati mobilitati”.
Quella che ha colpito il centro-Italia e’ stata “una concatenazione di eventi di crisi senza precedenti”, ma oggi la situazione “e’ quasi normale”, spiega il premier. Saranno verificate anche le cause delle interruzione delle utenze e la tenuta delle dighe, “anche per evitare il diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati”. Il presidente del Consiglio cita “un grande abruzzese, Ignazio Silone” che invitava a tenere alta l’attenzione. “Passata la paura la disgrazia si trasforma in occasione per ingiustizia. E’ nelle nostre mani evitare che passata la disgrazia questa si trasformi in ulteriore ingiustizia”.
La prossima settimana, dunque, il consiglio dei ministri varera’ un decreto sul terremoto, “sara’ un passo avanti, per prevenire l’accumulo di ritardi che possono verificarsi nei prossimi mesi. Le risorse ci sono – assicura Gentiloni – ci sono 4 miliardi nella legge di bilancio e ce ne saranno altri, come ho anticipato personalmente al presidente della Commissione europea Juncker”.
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