Una partita di calcio che diventa pretesto per scatenare dei giovani barbari in un assalto al cuore di Roma che inspiegabilmente non si è riusciti a fermare. Già ieri un centinaio di hooligan ubriachi fradici avevano messo a ferro e fuoco Campo dei Fiori trasformandolo in una discarica. Oggi è stata la volta di Piazza di Spagna e del capolavoro del Bernini, la Barcaccia, stuprata dai facinirosi e danneggiata nella sua bellezza, ridotta perfino a latrina, tra bottiglie rotte e cumuli di immondizia.
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Come possa essere stato possibile tutto ciò è l’interrogativo che rimbalza sui social e nella mente dei romani e degli italiani tutti. Vedremo se e come verranno individuati e puniti i responsabili. Ma fin d’ora una sentenza possiamo darla: il sindaco di Roma, Ignazio Marino, non conta nulla, zero. E il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dimostra ancora una volta di occupare un ruolo che non fa per lui. L’attuale titolare del Viminale risulta essere incompetente non solo quando si tratta di immigrazione, ma anche quando di mezzo c’è la sicurezza delle nostre città.
I tifosi olandesi, teppisti con più alcol che sangue nelle vene, hanno usato il monumento di inestimabile valore per urinare e fare i loro bisogni. Come i cani. E agli italiani e a tutti i romani perbene piange il cuore nel vedere il centro storico della capitale ridotto a campo di battaglia e poi a discarica di rifiuti umani.
Episodi come questo dovrebbero far riflettere le nostre autorità, i nostri politici e le istituzioni tutte. Se un centinaio di teppisti ubriachi hanno potuto fare quello che hanno fatto, incontrollati, indisturbati, non osiamo pensare cosa potrebbero fare dei terroristi organizzati come si deve, pronti a mettere in atto un piano ben preciso. Probabilmente espugnerebbero i Palazzi del potere in un batter d’occhio, diffonderebbero l’orrore per le nostre strade in un pugno di minuti e il giorno dopo la bandiera dell’Isis sventolerebbe sul Quirinale. Speriamo resti solo il peggiore degli incubi.
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