Honda Motor sta per richiamare a livello globale ulteriori 20 milioni di airbag Takata, in uno scandalo allargato che ha portato al più grande richiamo volontario nella storia degli Stati Uniti. Con sede a Tokyo, Takata – che detiene il 20% del mercato mondiale degli airbag – sta lottando per far fronte ad un difetto il cui gas propellente si deteriora e l’airbag scoppia quando non deve.
I numeri sono impietosi: dieci case automobilistiche coinvolte, BMW, Chrysler, Ford, General Motors, Honda, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Subaru e Toyota, oltre cinquanta milioni di veicoli richiamati dal 2008, di cui 13,4 milioni marchiati Honda e almeno otto decessi causati dai componenti difettosi.
La Nhtsa, l’agenzia per la sicurezza stradale americana, ha già ordinato di richiamare tutte le unità che hanno un composto di nitrato a cui non è stato aggiunto un agente essiccante per renderlo più stabile. Il difetto, infatti, è nel deterioramento del gas propellente, cioè quello che serve per gonfiare l’airbag dopo l’attivazione della carica esplosiva comandata dai sensori.
La casa automobilistica giapponese ha ora intenzione di ampliare le aree geografiche per il ritiro in Asia, Oceania, America Latina ed Europa e quindi anche in Italia, che costringerà l’azienda a richiamare, a livello mondiale, altri 20 milioni di airbag o di più, portando il numero totale a più di 50 milioni.
Discussione su questo articolo