Margherita, nome di fantasia, ha 32 anni, vive a Roma, è sposata ed ha una figlia. La donna, quando andava al liceo, all’età di 17 anni ha avuto una relazione con un suo professore di latino. Racconta a Radio Cusano Campus: “All’epoca mi sentivo la più furba del mondo per questa storia, ora che ho una figlia penso che un giorno lei potrebbe trovarsi nella stessa condizione e mi vengono i brividi”.
“Penso che chiunque abbia un ruolo predominante sia più facilitato nel sedurre una ragazza. Lui aveva 50 anni, era di bell’aspetto, sposato. A metà del terzo anno ha iniziato prima a farmi battutine, apprezzamenti, cose tipo ‘come siamo carine oggi’, attenzioni a cui non davo troppo peso. Poi nei corsi di recupero pomeridiani che la scuola organizzava una volta a settimana, è capitato di stare da soli. Lì il nostro rapporto è diventato più intimo. Mi faceva leggere poesie, mi parlava di filosofia, storia, faceva pesare la sua cultura, il suo ruolo. Ci sono cascata con tutte le scarpe”.
Margherita ricorda il primo contatto sessuale con il suo professore al liceo: “Quando ero preoccupata per qualcosa, lui riusciva sempre a rassicurarmi, a farmi sentire tranquilla, protetta. Un giorno dopo il corso di recupero mi chiese di seguirlo in palestra. Eravamo completamente soli, c’era solo un bidello dall’altra parte dell’istituto. Lì mi ha guardato negli occhi, si è scusato e mi ha baciato. Mi tremavano le gambe. Fuori pioveva, era una situazione da film, terribilmente eccitante. Sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato, forse se ne rendeva conto anche lui, ma ci ritrovammo a fare sesso sul materassino che utilizzavamo al mattino per gli esercizi di educazione fisica. Per me non era la prima volta, ma fu un’emozione pazzesca. Non ne ho mai parlato a nessuno, nemmeno alla mia migliore amica, perché lui ogni volta ripeteva che nemmeno una persona doveva venire a conoscenza del nostro segreto”.
Dopo quell’episodio ce ne sono stati altri: “A casa sua ogni mercoledì pomeriggio. Praticamente eravamo diventati amanti. La cosa è andata avanti due mesi. Finiti i corsi di recupero, a scuola ci comportavamo come se nulla fosse. Ci sentivamo ogni sera, lui stando attento a non farsi scoprire dalla moglie, io a non farmi beccare dai miei. E ci vedevamo il pomeriggio una volta a settimana per fare sesso. Era molto bravo, ad oggi resta il migliore amante che abbia mai avuto da quel punto di vista. Sapeva quello che voleva e sapeva come prenderselo”.
“All’improvviso, un giorno, mi ha detto che la nostra storia doveva finire. Che non poteva andare avanti, che era tutto sbagliato, che rischiava di innamorarsi di me e che per questo era meglio smettere di frequentarci. Ci sono stata male, mi sono sentita usata. A distanza di anni capisco che sono stata il suo giocattolino e che quando si è stufato mi ha messo da parte. Io ho sbagliato, non lo nego, non pretendo nulla, avevo diciassette anni, ero inesperta ma non mi consideravo una bambina, però deve essere chiaro che il tuo insegnante di 50 anni, quando tu sei una giovane liceale, può affascinarti, è facile che accada. Nessuno dovrebbe mai approfittarsi del ruolo che ricopre”.