La Repubblica Dominicana ha rafforzato la presenza militare attorno alla citta’ di Dajabon, frontiera settentrionale con Haiti, all’indomani di una nuova ondata violenza registrata nel Paese vicino.
La decisione delle autorita’ militari segue infatti l’omicidio di Claude Joazard, vice console haitiano proprio nella citta’ di Dajabon. Joazard – un funzionario con aspirazioni politiche descritto dai media come difensore dei diritti umani proprio nella zona di frontiera – e’ stato ucciso lunedi’ da uomini incappucciati nell’area antistante l’aeroporto di Cabo Haitiano.
Il governo della Repubblica Dominicana, ha detto il presidente, Luis Abinader, è “piu’ che preparato ad affrontare qualsiasi situazione per mantenere il controllo della frontiera e la pace senza troppe difficoltà”. Santo Domingo ha da tempo elevato le misure di sicurezza alla frontiera, in risposta alla crisi di violenza sofferta da Haiti.
Haiti versa da tempo in una situazione di grave instabilita’ legata agli scontri tra bande armate che si contendono il controllo del territorio. Una crisi aggravata a partire dall’omicidio del presidente Jovenel Moise, nel luglio 2021.
Le lotte tra le potenti bande armate del Paese si riflettono in pesanti disagi per la popolazione, a partire dalla preoccupante quota di sequestri per estorsione, anche a danno di cittadini stranieri. Abbondano inoltre le notizie di interruzioni delle strade, soprattutto quelle che collegano la capitale e principale porto commerciale – Porto Principe – col resto del Paese, causando pesanti ripercussioni sulla circolazione degli alimenti e delle benzine. A costante rischio anche l’erogazione di servizi di base, come educazione e l’assistenza sanitaria.
Preoccupante in questo senso l’allarme legato alla costante crescita della malaria, con almeno 4.000 casi e oltre 1000 morti registrati dalla certificazione dei primi contagi, a ottobre 2022.
Una situazione di instabilita’ che non accenna a diminuire. L’area metropolitana di Port-au-Prince, capitale di Haiti, e’ stata bloccata per quattro giorni in seguito a scontri tra gang e forze dell’ordine.
La giornata con maggiore tensione e’ stata il 18 gennaio, quando si sono uditi spari e sono state erette barricate di pneumatici incendiati nei quartieri Solino e Delmas 24, generando caos e paura nella popolazione. Molti cittadini si sono rinchiusi nelle proprie abitazioni, mentre altri hanno provato a ripararsi in zone piu’ tranquille della citta’.
Le tensioni avanti da alcuni mesi ma gli scontri degli ultimi giorni sono collegati, secondo molti analisti, a manifestazioni antigovernative contro il primo ministro ad interim Ariel Henry. In uno scontro successivo tra manifestanti e polizia sono morte cinque persone mentre domenica 20 gennaio sono state rapite sei suore, insieme a un’insegnante all’autista del bus su cui viaggiavano.
Nella capitale haitiana i sequestri sono all’ordine del giorno e il governo locale non riesce ad assicurare condizioni minime di sicurezza. E’ ancora atteso il dispiegamento di circa mille agenti kenioti nel quadro di una missione internazionale di “peacekeeping” guidata da Nairobi.