Dopo cinque mesi, la polizia ha sgomberato la sede della televisione pubblica greca Ert, occupata da giugno da ex dipendenti licenziati. Il blitz della polizia e’ avvenuto stamattina all’alba tra scontri, lacrimogeni e arresti, e ha provocato un’ondata di proteste in tutto il Paese, gia’ attraversato dal profondo malcontento per le rigidissime misure di austerity imposte dal governo sotto la pressione internazionale: migliaia di persone in giornata sono scese in piazza ad Atene e in altre citta’, a partire da Salonicco e Patrasso. Qualcuno, tra partiti di sinistra e sindacati, si e’ addirittura spinto a paragonare l’intervento delle forze dell’ordine nella sede di Ert all’irruzione nel Politecnico di Atene del ’73 quando, durante la dittatura dei colonnelli, i militari misero fine all’occupazione dell’ateneo con un bagno di sangue.
In realta’ stavolta il blitz si e’ compiuto alla presenza del magistrato di turno Nikos Gkyzis che, secondo le informazioni della stampa locale, prima di ordinare lo sgombero aveva concesso il tempo ai circa 50 dipendenti presenti a quell’ora nella sede della Ert di abbandonarla. E nelle ore i successivi i quattro dipendenti arrestati sono stati rimessi in liberta’. "Era necessario rispettare la legge e ripristinare la legalita’", ha spiegato il portavoce del governo greco, Simos Kedikoglou, aggiungendo che "la sede della Ert si trovava sotto l’occupazione illegale con grave danno per lo Stato".
L’avvicinarsi dell’assunzione della presidenza dell’Unione europea da parte della Grecia (dal primo gennaio 2014) forse ha accelerato i tempi dal momento che i macchinari della televisione nazionale saranno indispensabili per la copertura televisiva degli eventi. La decisione dello sgombero e’ stata presa dal premier Antonis Samaras in accordo con il suo vice Evaghelos Venizelos, presidente del Pasok, il partito socialista greco che insieme al partito conservatore di Nea Dimokratia (Nd), guidato da Samaras, sostengono il governo di coalizione.
L’irruzione della polizia e’ stata al centro di duri scontri in parlamento tra governo e opposizione. Il segretario del gruppo parlamentare di Syriza, il partito di sinistra radicale d’opposizione in Grecia, Nikos Vroutsis, ha detto che "si tratta di un comportamento antidemocratico". E ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo. Da parte sua, il portavoce del gruppo parlamentare di Nea Dimokratia, Makis Voridis, ha accusato Syriza di reagire "quando si fa valere la legge. Sono state approvate delle leggi", ha detto Voridis. "Responsabile per l’ordine pubblico non e’ il deputato, ma la polizia", ha risposto all’accusa di Vroutsis sul fatto che la polizia non ha permesso ai parlamentari di Syriza di entrare nella sede della Ert. Anche il Pasok in un comunicato difende l’operazione come un dovere dello Stato verso i cittadini e sostiene che "coloro che reagiscono ora sono quelli che hanno trasformato la Ert in un luogo per soddisfare i loro interessi di partito".
Il ministro incaricato per la riforma della televisione pubblica, Pantelis Kapsis, ha dichiarato che non era a conoscenza di quello che e’ successo, mentre i rappresentanti dei lavoratori del settore della stampa hanno invitato i cittadini alla manifestazione di protesta nel centro di Atene, cui hanno partecipato, pacificamente, in migliaia. L’occupazione della sede della Ert era stata decisa dai giornalisti e dai dipendenti dell’emittente l’11 giugno scorso in segno di protesta contro la messa in stato di mobilita’, primo passo verso il licenziamento di oltre 2.000 dipendenti della televisione pubblica imposto alla Grecia dai creditori internazionali.
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