Nel pieno della profonda crisi che attanaglia la Grecia e che si approfondisce di giorno in giorno – oggi Fitch ha nuovamente tagliato il rating a CCC – continua ad approfondirsi il solco che divide i greci dai partiti politici accusati di irresponsabilita’ per come hanno fatto fallire le consultazioni con il capo dello Stato, Karolos Papoulias, per giungere ad nuovo governo.
L’immagine poco edificante della classe politica fotografata dall’ultimo sondaggio di opinione non e’ stata smentita nemmeno oggi dalla cerimonia per il giuramento dei 16 ministri del nuovo governo. I deputati del partito di estrema destra ‘Alba Dorata’ per il loro primo ingresso in parlamento hanno scelto di entrare marciando come in formazione militare e non si sono alzati in piedi durante la cerimonia officiata dall’arcivescovo di Atene Ieronimus. Anche i tre deputati di fede islamica sono rimasti seduti, mentre quasi tutti i deputati comunisti sono usciti dall’aula per non presenziare al giuramento.
Nel sondaggio – condotto ieri dalla società Marc per conto della stazione TV Alpha al termine dei colloqui – e’ emerso che la maggior parte degli intervistati disapprova il comportamento dei partiti che hanno impedito la formazione di un governo di unita’ nazionale. Il 67,7% (contro il 30,3%) dei cittadini ha risposto che si doveva raggiungere un accordo su un governo di coalizione, mentre alla domanda "perch‚ secondo voi non è stato formato un governo di questo genere?", l’80,2% ha risposto che ció non è stato possibile per interessi partitici. Solo il 16,0% ha detto che la causa è dovuta a "profonde differenze" fra i partiti. Il messaggio piú forte, pero’, riguarda il futuro della Grecia: ancora una volta la stragrande maggioranza dei greci (l’81,5%) si e’ detto a favore della permanenza del Paese nell’Ue e nell’eurozona contro il 13,5% che vorrebbe il contrario.
Il governo di transizione dal premier Panayotis Pikramenos che si e’ insediato oggi ha provato a dare un segnale di austerity informando i neo titolari dei dicasteri che, a causa della grave situazione economica, non riceveranno alcun compenso per il mese in cui resteranno in carica, ovvero sino al giorno delle prossime elezioni fissate per il 17 giugno. Lo stesso vale per i deputati eletti il 6 maggio e che hanno giurato stamani in Parlamento: anche loro non prenderanno un euro per le 24 ore in cui resteranno in carica (il Parlamento dovrebbe essere disciolto domani o al massimo lunedi’) e avra’ inizio la campagna elettorale. Campagna che, in effetti, e’ cominciata gia’ oggi quando i leader dei partiti hanno parlato ai loro nuovi deputati riproponendo tutte le divisioni cosi’ criticate dai cittadini.
Antonis Samaras, presidente di Nea Dimocratia (ND, centro-destra) ha duramente accusato Alexis Tsipras, leader della Coalizione delle Sinistre (Syriza, radicale) per i suoi continui appelli a rifiutare il Memorandum concordato da Atene per ottenere prestiti dai creditori internazionali, affermando che cio’ equivale "a saltare giu’ nel precipizio". Samaras ha aggiunto che Syriza e’ una coalizione di forze che vanno "dagli anarchici a coloro che vorrebbero resuscitare la falce e il martello". "Nessuno e’ d’accordo con il Memorandum – ha concluso Samaras – io per primo. Ma oggi cio’ di cui abbiamo bisogno e’ cambiarlo e rimanere nell’euro".
Tsipras non e’ stato da meno e si scagliato contro Nd ed il Pasok (socialista) accusandoli entrambi di avere inventato pericoli inesistenti e di aver messo in circolazione voci negative circa il crollo dell’economia greca. Nd e Pasok, ha detto ancora Tsipras, hanno programmato di privatizzare tutto il settore pubblico del Paese e la sinistra greca e’ l’unica forza in grado di mettere fine al loro "piano disastroso". "Non importa quello che dice il signor Barroso, non importa quante lettere gli altri premier hanno firmato. La speranza e’ piu’ forte della paura", ha concluso Tsipras con tono bellicoso.
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