Per molti bimbi sarà la prima vera estate della loro vita. Ormai da sei mesi ad Aleppo sono cessati i combattimenti, ma nonostante in alcune aree periferiche vi siano ancora scontri e nonostante la tragica situazione economica, 1200 tra giovani e bambini cristiani potranno finalmente vivere momenti sereni, grazie alla generosità dei benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
La Fondazione pontificia ha infatti stanziato un contributo di 30mila euro per finanziare il campo estivo della parrocchia siro-cattolica di Sant’Efrem, situata nell’antico quartiere siriaco della città. Il campo estivo avrà luogo nella cosiddetta Valle dei Cristiani (Wadi-al-Nasara), vicino ad Homs e al confine con il Libano. «Sono emozionatissima – racconta ad ACS la piccola Amanda, di 8 anni – è la prima volta che esco da Aleppo».
Come lei migliaia di bambini, in questi sei anni di guerra non hanno conosciuto altro che violenza, miseria e paura. «Con questa nostra iniziativa vogliamo restituire ai piccoli aleppini un po’ della loro infanzia e offrire loro dei momenti di spensieratezza», spiega Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia.
Questo non è l’unico intervento di ACS in favore dei bambini di Aleppo. Da anni, infatti, la Fondazione sostiene un progetto che dona latte in polvere ai bimbi cristiani della città. «Per i ragazzi più grandi – aggiunge Monteduro – il campo estivo rappresenterà inoltre un’occasione per poter vivere la fede e conoscere altri giovani correligionari, in un’area a maggioranza cristiana come Wadi-al-Nasara». Come riferisce infatti il parroco di Sant’Efrem, don George Sabounji, non di rado i ragazzi cristiani hanno delle difficoltà nel rapportarsi ai loro coetanei di fede islamica.
Al campo estivo sostenuto da ACS parteciperanno anche giovani e famiglie di altre confessioni cristiane. «Nessuna di queste famiglie avrebbe potuto affrontare le spese di viaggio eppure ne hanno così tanto bisogno», afferma don George ringraziando per il contributo di ACS che coprirà le spese di viaggio, vitto e alloggio. «Sono in molti gli aleppini che vivono nella condizione di rifugiati perché la loro casa è stata distrutta dalla guerra, e tanti di loro hanno ancora negli occhi l’orrore della guerra. Una breve vacanza donerà loro nuova speranza e li incoraggerà ad andare avanti. Così non vorranno lasciare Aleppo o addirittura la Siria».
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