Momento a dir poco critico per l’Inter, che oltre ad aver disputato un campionato quanto meno controverso, ora vede anche partire ben due inchieste nei confronti della società e del presidente Massimo Moratti. Il tribunale di Firenze, infatti, ha rinviato a giudizio il club nerazzurro per spionaggio illecito nei confronti dell’ex designatore Paolo Bergamo, e dell’ex arbitro Racalbuto e anche dell’ex dirigente del Messina, Fabiani. Il processo avrà inizio probabilmente a dicembre.
Come se non bastasse, i fratelli Massimo e Gian Marco Moratti sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Cagliari nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di un operaio della Saras, deceduto in un incidente sul lavoro avvenuto ad aprile del 2011 a Sarroch (Cagliari). Un dipendente della società siciliana Starservice, Pierpaolo Pulvirenti, è morto intossicato mentre altri due colleghi erano rimasti feriti. La notizia dell’iscrizione dei fratelli Moratti nel registro degli indagati è stata confermata dal procuratore della Repubblica di Cagliari, Mauro Mura: l’accusa è di concorso esterno in omicidio colposo.
Anche le questioni di calcio giocato non fanno brillare l’immediato futuro della dirigenza. Quando a suo tempo Moggi parlava di spionaggio industriale, qualcuno faceva spallucce, e alcuni spostavano l’attenzione su altri argomenti, riuscendo anche ad ottenere dei risultati. Si blaterava di sim svizzere, ma ora sappiamo da una sentenza emessa da un tribunale della Repubblica italiana che la Telecom spiava Vieri e questo non è affatto un comportamento eticamente sportivo.
E a questo proposito, sull’allora presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, Palazzi scrisse: "aveva una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, con entrambi i designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, fra i cui scopi emerga tra l’altro il fine di condizionare il settore arbitrale. (…)”.
Anche la condotta dell’attuale Presidente dell’Internazionale appare presentare profili di rilievo disciplinare, anche se di gravità inferiore.
Infine, non può non rilevarsi che lo stesso Moratti fosse comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore.
La giustizia ordinaria non è un affare pericoloso in Italia e la giustizia sportiva sembra esserne la pantomima, eppure noi che ogni giorno ci risvegliamo amando il calcio, vorremmo che fosse al di sopra di tutto, pulito, immacolato e attendiamo che arrivi un evento miracoloso che lo depuri per sempre. Tutto questo probabilmente non accadrà mai, e noi come gli ultimi dei moicani, teniamo la testa alta e continuiamo a crederci.
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