"La laguna non è un sito naturale da tutelare. I dogi veneziani per sviluppare il porto deviarono il corso di quattro fiumi", "tutto quello che Venezia è stata ed è tuttora, è stato costruito sul mare. La laguna è sempre stata adattata con sapienza per difendere la fonte principale della sua potenza: il porto. Oggi abbiamo un’occasione storica: ritornare a mediare tra Occidente e Oriente costruendo un grande porto per l’Alto Adriatico. I crocieristi sono solo una piccola parte del progetto". Lo afferma Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia, in una intervista al settimanale Sette del Corriere della Sera, in merito alle proteste dei No Nav che si oppongono al progetto di scavare un nuovo canale nella laguna di Venezia.
Secondo l’ex ministro dei Lavori pubblici "non si può rinunciare alla crocieristica". E dell’ultimatum dell’Unesco sulle grandi navi nella aguna dice: "Ho letto il documento Unesco presentato a Doha. È pieno di errori. Si parla di saline che non esistono".
Della posizione del ministro Franceschini dice: "Diciamo che sono stati mostrati i muscoli quando non serviva. Avevo già trovato un accordo con le 38 compagnie che lavorano su Venezia" che prevedeva "in attesa del nuovo canale, una riduzione da 1.200 a 700 passaggi delle navi da crociera, transiti solo la mattina presto e la sera e una riduzione sensibile del tonnellaggio. Il terminalista si è appellato al Tar contro questo accordo. Il Tar gli ha dato ragione riaprendo al passaggio delle navi e allora è intervenuto Franceschini. Ora spero che entro due anni riusciremo a realizzare il percorso alternativo, la Contorta Sant’Angelo appunto, per far raggiungere l’attuale Marittima ai crocieristi".
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