Aggredire il debito pubblico (con l’avvio delle dismissioni), ridare fiato alla crescita (in testa le semplificazioni), recuperare risorse attraverso il fisco (delega, lotta all’evasione, accordo con la Svizzera) e nuovi tagli alla spesa, con la spending review 2. Viaggia su questi grandi filoni l’attivita’ che il Governo si avvia a rimettere in moto dopo la brevissima pausa estiva a partire dalla settimana entrante. Il primo appuntamento e’ il Consiglio dei Ministri gia’ convocato per venerdi’ 24 agosto. In quell’occasione dovrebbero essere i singoli ministri ad avanzare proposte piu’ dettagliate su cosa fare fino a fine legislatura. Ma anche su dove incidere per recuperare altre risorse (si parla di una spending review due che varrebbe all’incirca 10 miliardi tra tagli all’amministrazione centrale e periferica). Ma ci sara’ anche da verificare a che punto e’ la situazione dell’Ilva e se, e come, eventualmente il Governo decidera’ di intervenire alle brutte mettendo mani agli ammortizzatori sociali.
Un primo giro di opinioni tra i ministri potrebbe riguardare l’annunciata riduzione del debito pubblico: tra tutte la proposta che appare piu’ praticabile all’interno dell’esecutivo sarebbe quella del ministro all’Economia Vittorio Grilli: un programma pluriennale di vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno, pari all’1% del Pil. Potendo gia’ contare su un avanzo primario del 5%, e calcolando una crescita nominale del 3%, cioe’ tolta l’inflazione all’1, vorrebbe dire ridurlo del 20% in 5 anni. Ma non mancano anche ricette alternative e gia’ un primo ‘pacchetto’ di 350 immobili di pregio starebbe arrivando su mercato.
Il ‘sentiero crescita’ e’ quello decisamente piu’ complesso da percorrere. In mancanza di grandi risorse da destinare agli investimenti si punta innanzitutto a far ripartire i cantieri (pubblici e anche con capitali privati) semplificando sia la fase autorizzativa (si parla dell’arrivo di una valutazione di impatto ambientale-sprint e valida su tutto il territorio nazionale), sia la ‘vita’ delle imprese grazie ad una forte sburocratizzazione. E questo varrebbe anche per i cittadini con un’ulteriore taglio agli adempimenti. La politica energetica e le infrastrutture (reali e digitali con l’implementazione dell’Agenda digitale) completerebbero al momento il quadro.
Ricco il capitolo fiscale: c’e’ innanzitutto da far ripartire la delega che attualmente ‘langue’ in commissione Finanze alla Camera. Con una serie di decreti delegati il Governo rimettera’ mano all’intero sistema disegnato ormai piu’ di 30 anni fa. E in particolare verra’ rivisitata la parte degli sconti fiscali che saranno razionalizzati e concentrati dove ce ne e’ piu’ bisogno (la famiglia, ad esempio). C’e’ poi da chiudere l’accordo con la Svizzera per i capitali italiani: un accordo che potrebbe valere fino a 40 miliardi e che e’ stato finalizzato venerdi’ scorso in un incontro tra Mario Monti e il Presidente della Confederazione svizzera Eveline Widmer-Schlumpf. Resta poi la ‘guerra’ tutta interna all’evasione fiscale.
Infine tra le misure attese anche la seconda tranche della spending review: target 10 miliardi. Questa volta sono nel mirino: ancora le autonomie locali, i ministeri (dossier Patroni Griffi-Giarda), i partiti, i sindacali (dossier Amato), gli incentivi per le imprese (dossier Giavazzi).
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