Una nuova anticipazione dall’ultimo libro di Bruno Vespa ci mostra un Silvio Berlusconi che si augura "che ci siano le condizioni per cui io possa lasciare ad altri la responsabilita’ della candidatura alla presidenza del Consiglio, magari restando nel partito come ‘padre fondatore’". Il Cavaliere, poi, precisa: "Farò in ogni caso quel che il mio partito e la coalizione mi chiederanno di fare". E chi vedrebbe bene a Palazzo Chigi? Beh, per esempio Angelino Alfano, il suo pupillo, l’attuale segretario del PdL: "l’abbiamo scelto all’unanimità come segretario del Popolo della liberta’ nella nostra Direzione nazionale. E’ straordinariamente bravo, e’ leale, e’ generoso, e’ rispettoso degli altri. In ogni caso il candidato premier sara’ scelto in modo democratico, con un sistema elettorale di questo genere’, conclude Berlusconi riferendosi alle primarie.
Intanto il fantasma della crisi di governo continua a girare per certi Palazzi Romani. Umberto Bossi è arrivato da poco a Montecitorio: "Se cade il governo si torna a votare per forza. Mica possiamo fare un governo tecnico!", ha detto il Senatur ai giornalisti.
E mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolinea che è arrivato per l’Italia "il momento di definire – in materia di sviluppo e di riforme strutturali – le nuove decisioni di grande importanza annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio", c’è chi, come Francesco Storace, invita il premier a portare l’Italia al voto prima possibile: "E’ incomprensibile lo stallo di una maggioranza che era nata per governare. Berlusconi porti l’Italia al voto e il centrodestra si organizzi per evitare l’avvento di una sinistra greca", afferma il leader de La Destra.
La situazione è davvero di fuoco, tutto può accadere. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ribadisce ancora una volta che non esiste alternativa a questo governo: per cui è necessario "fare ogni sforzo per trovare un’intesa sul piano programmatico della maggioranza perche’ non c’e’ nessuna reale alternativa al governo Berlusconi. Infatti nell’opposizione solo l’Udc ha posizioni programmatiche in grado di fare i conti con l’Europa. Invece la sinistra, Pd compreso, e’ profondamente divisa proprio sulla lettera di Trichet non solo per quanto riguarda le pensioni, ma anche per tutto quello che riguarda il lavoro". "In caso di caduta del governo Berlusconi – aggiunge Cicchitto – ci sarebbe un autentico salto nel buio con conseguenze assai negative anche per la tenuta finanziaria del Paese". Per questo la maggioranza deve essere compatta e l’opposizione deve smetterla col suo comportamento sfascista.
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