"Care amiche, cari amici, approfitto di queste ore di intensa attivita’ parlamentare per chiedere la Vostra attenzione sul passaggio politico-istituzionale che ci attende alla ripresa. Il 1° settembre infatti partiranno i ‘MilleGiorni’ che ci porteranno entro il maggio 2017 a disegnare un’Italia diversa, piu’ efficiente e competitiva". Inizia cosi’ la lettera che il premier Matteo Renzi ha inviato ai parlamentari di maggioranza. "Si tratta di una sfida doppia – aggiunge – da un lato richiamiamo la politica al proprio ruolo; dall’altro interveniamo sulle principali amministrazioni dello Stato con riforme strutturali. Alla fine di questo percorso l’Italia tornera’ ad essere la guida, e non il problema dell’Eurozona".
La lettera poi sintettizza il programma. "Sotto il profilo politico", scrive Renzi, i cinque obiettivi sono: I. La riforma costituzionale, con la fine del bicameralismo perfetto, il riequilibrio del ruolo delle Regioni, l’abolizione degli Enti non piu’ utili. Come sapete, il Senato sta discutendo questo disegno di legge proprio in queste ore. Passaggio storico, fondamentale: ci siamo. II. La riforma elettorale, con la garanzia di un vincitore e la stabilita’ per chi vince. Passata la prima lettura alla Camera, alla ripresa andremo in Senato.
III. La politica estera. Mai come in questo momento i confini politici europei sono problematici, dall’Ucraina fino alla Siria, da Gaza fino alla Libia. C’e’ bisogno di Italia, di piu’ Italia, specie nel Mediterraneo.
IV. La sfida educativa. La cultura, la Rai e soprattutto la scuola attendono un disegno organico di riscrittura e riscoperta. Inizieremo a fine agosto con un percorso di radicale riflessione sulla scuola, con particolare attenzione alla scuola media, all’autonomia e al rapporto formazione/lavoro.
V. La spending review. Ci hanno detto che la spending e’ una questione tecnica. Ma e’ una finzione. La scelta di cosa tagliare e cosa non tagliare e’ la suprema scelta politica. La spending e’ ontologicamente questione politica, che non possiamo rinviare. Ci siamo dati obiettivi che manterremo.
Sotto il profilo amministrativo: I. La riforma del lavoro. Abbiamo gia’ approvato il Decreto Poletti e siamo contenti dell’aumento di centomila posti di lavoro tra maggio e giugno. Ma alla ripresa va accelerato il disegno di legge delega. II. La riforma della pubblica amministrazione. Il Decreto Madia e’ in approvazione, il disegno di legge delega iniziera’ a breve il proprio iter. L’obiettivo e’ uscire dalla cultura del certificato per reimpostare il rapporto cittadino-macchina pubblica
E ancora: III. La riforma del fisco. Il primo decreto e’ gia’ stato approvato. Dobbiamo correre verso la dichiarazione precompilata. L’abbassamento delle tasse per i ceti medio bassi per 10 miliardi di euro annui e la riduzione del 10% dell’Irap sono un passaggio storico per l’Italia, ma non ancora sufficiente. IV. La riforma della giustizia. In queste ore stiamo procedendo con la consultazione pubblica.
Alla fine dei "MilleGiorni" l’Italia avra’ una giustizia civile con gli stessi tempi dei paesi europei (un anno anziche’ tre per il primo grado). I primi risultati del processo telematico sono incoraggianti. I testi saranno nel consiglio dei ministri del 29 agosto. V. Lo sblocca Italia. Sara’ un provvedimento di legge impegnativo ma affascinante, finalizzato a rendere operativi gli interventi infrastrutturali troppo spesso fermi. Ma conterra’ le misure sull’efficientamento energetico, sulle reti digitali, sulle semplificazioni burocratiche. Anche questo sara’ in consiglio dei ministri il 29 agosto”.
"Non e’ tutto qui, sia chiaro. Dal "Campolibero" sull’agricoltura fino al patto per la salute, dal libro bianco della difesa fino alla garanzia giovani molto ancora conterra’ il MilleGiorni. Ma queste cinque doppie priorità – conclude il presidente del Consiglio – danno il senso dell’impresa che ci attende: un lavoro puntuale e puntiglioso di ripartenza del sistema. Non una serie di annunci spot. I MilleGiorni sono la concreta possibilita’ di far ripartire la speranza e la crescita. A noi il compito di non deludere questa gigantesca opportunità".
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