Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, alla assemblea del Pd di Parma ha parlato anche della crisi di governo in atto. Non si vedono sbocchi possibili, al momento. Nessuno vuole le elezioni, che sarebbero l’ultima spiaggia; eppure, la strada che fino a questo momento ha percorso la politica porta dritto dritto al voto.
Tornare con Matteo Renzi? “L’idea che ci rimettiamo a un tavolo con Italia Viva facendo finta che non e’ successo niente non sarebbe compresa nel Paese”, sottolinea Orlando.
“Ci troviamo di fronte a una crisi incomprensibile e di difficilissima soluzione. E’ come quando entri in un edificio pericolante e dici ‘attenti, che viene giu’ tutto’. Ma non siamo stati ascoltati. Ora ci dicono che si risolve tutto in due ore se si apre un tavolo, ma noi il tavolo lo abbiamo tenuto aperto fino all’ultimo momento, perche’ sapevamo che dopo la caduta del governo non ci sarebbero state troppe strade”.
“E poi ritenevamo che se qualcuno voleva rompere, doveva essere plastica l’immagine di chi avesse la responsabilita’ della rottura: nella giornata della conferenza stampa di Italia Viva avevamo detto al presidente del consiglio di dare un segnale”, aggiunge Orlando. “Si poteva rispondere in molti modi, ma si e’ scelta la strada delle dimissioni, che e’ un atto politico, e se oggi siamo alla ricerca di questo o quell’altro è perchè c’è stato qualcuno che ha fatto mancare la maggioranza politica a questo governo”.
Goffredo Bettini, intervenendo all’attivo della Federazione provinciale di Roma del Partito democratico, ha osservato: “Si può dire a Renzi ‘abbiamo scherzato, va bene, ci hai offeso ma non importa, riapriamo il dialogo’. Per come si è comportato e si è presentato anche all’opinione pubblica non so quale credibilità potrebbe avere. Per carità, la politica non esclude nessuna verifica, ma la ritengo una strada sbagliata, ci metterebbe ancora di più nei guai. Se fosse determinante Renzi, o non ci fosse una più larga maggioranza, tra due settimane determinerebbe le stesse fibrillazioni. Purtroppo da questo punto di vista, Renzi è una garanzia di instabilità della politica”.
“Renzi ha vissuto questo governo come una ‘dolorosissima necessità’ per ragioni tattiche – spiega il suo punto di vista -. Perché la sua vera strategia, fin dall’inizio della costituzione di Iv, è di ridurre il Pd al 6% e fare Macron. Ma questa roba non ha funzionato: questo è il dramma in cui ci troviamo. Lo spazio che lui immaginava non c’è stato”.
Insomma, dalle parti del PD non ne vogliono sapere di riprendere il dialogo con Renzi. Troppo instabile il senatore toscano, non ci si può più fidare di lui. Dunque? La politica proverà fino all’ultimo a ricucire, ma a tanti osservatori il voto anticipato appare ormai l’unico sbocco possibile a questa crisi.