Se Bersani ha stoppato (per due volte) le spinte al voto anticipato che sono giunte dal suo partito e se Alfano ha ribadito – con la ‘copertura’ di Berlusconi – fedeltà a Monti fino al 2013, il presidente del Consiglio non puo’ pero’ ancora dormire sonni tranquilli. I voti in Parlamento al Professore certo non mancano ma nemmeno i segnali contrastanti – o gli avvertimenti del fronte degli scontenti – che ancora oggi hanno visto andare sotto il governo in Senato sulla spending review.
Con la crisi internazionale sempre in agguato e l’Italia tutt’altro che spettatrice (prova ne sia la telefonata con un attivissimo Barack Obama), Monti non puo’ permettersi di abbassare la guardia o di veder ‘annacquare’ i propri provvedimenti in un Parlamento ‘libero’ dai voti di fiducia. Da ora fino alla fine della legislatura, e’ il ragionamento del Professore, non si puo’ lasciare nulla al caso – ne’ ai ‘capricci’ pre-elettorali – e bisogna avere una precisa road map (e precisissime entrate) che portino l’Italia fuori dalla crisi.
Ma le emergenze si sommano ad altre emergenze e il sisma in Emilia certo non aiuta. Monti ha bisogno di nuove risorse e dalla spending review piu’ di tanto il governo non si attende. Se il ‘buongiorno si vede dal mattino’, poi, le entrate tributarie che nei primi quattro mesi registrano un ‘ammanco’ di 3,4 miliardi rispetto alle attese, fanno alzare il livello di allarme nel governo. Ed ecco allora che il mirino si sposta inesorabile verso il ‘tesoretto’ dell’Iva.
Monti, assicurano al Tesoro, e’ impegnato con tutte le sue forze ad evitare questo tipo di intervento. Prova ne sia il telegrafico intervento che oggi viene dal sottosegretario all’economia, Gianfranco Polillo: ‘evitare l’aumento dell’ Iva a ottobre e’ il primo imperativo su cui tutti hanno convenuto’.
Ma dalle parti di via XX settembre i dubbi crescono e osservano che evitare l’aumento a ottobre non significa scongiurarlo successivamente. E gia’ si ragiona su gennaio 2013, subito dopo le feste natalizie e con i negozi in piena stagione di saldi che potrebbe in qualche modo assorbire l’effetto negativo di un incremento di due o tre punti dell’imposta.
Ma una nuova tassa che pesa direttamente sulle tasche dei cittadini, infoltisce il ‘partito’ ‘no-tax’. Anche Renato Schifani avverte Monti: ‘E’ necessario che la spending review operi con rigore ed efficacia nella equa riduzione della spesa pubblica tagliando sprechi, operando dismissioni, per evitare al nostro Paese di dover sostenere nuove tasse’. ‘Le conseguenze delle politiche di austerita’ nella finanza pubblica – aggiunge preoccupato il presidente del Senato – e le storiche carenze del nostro sistema produttivo, rischiano infatti di rendere il 2012 un anno molto difficile’ in cui ‘tutti i dati segnalano che l’economia italiana e’ tornata in recessione con un impatto che determina effetti negativi su occupazione, produzione, consumi e, piu’ in generale, sulla vita stessa delle imprese e delle famiglie’.
Famiglie e imprese cui guardano con sempre maggior attenzione i partiti. La fine della legislatura e’, in termini politici, dietro l’angolo e sono in molti, anche tra le prime fila del Pd e del Pdl, a pensare che il limite sia colmo. Soprattutto sul fronte fiscale. "Ieri il governo ha annunciato un calo delle entrate intorno ai 3,5 miliardi di euro. Oggi leggo che questa notizia rende praticamente certo l’aumento dell’Iva a settembre.
Ebbene l’equazione non mi piace e penso che i partiti debbano lavorare, insieme, per evitare che il governo intraprenda questa strada", scandisce il vicepresidente della Camera, il pidiellino Maurizio Lupi. Le condizioni per continuare a sostenere il governo Monti sono quelle di ‘ridurre le tasse, risolvere il problema degli esodati e cambiare la legge elettorale, che e’ priorita’ assoluta. Il problema e’ che la crisi economica e sociale si aggrava, la recessione si allunga, la disoccupazione aumenta…’, gli fa eco il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, che dopo aver scatenato il ‘caso’ elezioni anticipate, non arretra dalle sue posizioni facendo spallucce all’altola’ di Bersani con cui spera di avere un chiarimento alla direzione di venerdì. E alle iniziative dei singoli, si aggiunge quella di una folta schiera – 50 senatori rigorosamente bipartisan – che affida ad una lettera al premier Monti l’appello a rinunciare all’aumento delle accise sulla benzina e all’innalzamento dell’Iva proponendogli in cambio una tassazione sui giochi.
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