Il segretario generale del Quirinale, Marra, ha annunciato che Mario Monti ha accettato di formare il nuovo governo, sciogliendo cosi’ la riserva. Il governo giurera’ oggi alle 17.
Il nuovo presidente del Consiglio, Mario Monti, mantiene anche il ministero dell’Economia.
Il neopremier, dopo aver reso nota la lista dei ministri, ha ringraziato le forze politiche per la loro collaborazione. Allo stesso modo, ha rinraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Un sentito ringraziamento al capo dello Stato per l’onore che mi ha fatto chiamandomi e per il sostegno avuto da lui in ogni istante". Il presidente del Consiglio ha anche ringraziato il suo predecessore, Silvio Berlusconi.
Nessun politico fra i ministri, tutti tecnici. L’assenza dei politici "faciliterà il compito", ha detto il neopremier. Per Monti la "blindatura del governo dipenderà dalla sua capacità di agire".
"Spero che governando bene potremo dare un contributo al rasserenamento e alla coesione delle forze politiche".
Dopo la formazione del Governo e la lettura della lista dei ministri la "speranza" e’ che i mercati reagiscano positivamente: "Abbiamo operato in tempi brevi e con serieta’ – ha detto Monti – con grande qualita’ delle scelte e siamo sicuri di cio’ che abbiamo fatto. Abbiamo anche – ha proseguito – avuto dei segnali di incoraggiamento da parte dei partner dell’Unione europea. Spero quindi – ha concluso – che ci sia un rasserenamento dei mercati, nello specifico per quel che concerne il nostro Paese".
Il Governo Monti ha 16 ministri piu’ l’interim dell’Economia. Il Governo Berlusconi IV aveva 23 ministri. Le differenze sono: Passera ha le deleghe di Sviluppo e Infrastrutture (Romani e Matteoli); Fornero ha le deleghe di Lavoro e Pari opportunita’ (Sacconi e Carfagna). Scompaiono i ministri per l’Attuazione del programma di Governo (Rotondi), Pubblica amministrazione (Brunetta), Riforme per il federalismo (Bossi), Gioventu’ (Meloni), Semplificazione normativa (Calderoli). Nasce invece il ministro per la coopreazione internazionale e l’integrazione (Riccardi).
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