Qualcuno – scherzando ma non troppo – ha scritto che le cose in Italia miglioreranno visto che da Tre(monti) si è scesi ad un Monti solo; certo che mai un debutto di governo ha avuto sulla carta un così ampio e strepitoso successo. Le necessità dell’ora hanno imposto e impongono scelte obbligate, ma non so quanto alla lunga condivise. Conterà lo smarcamento della Lega – che punta ad un recupero degli scontenti – mente il vero nodo lo vedo al momento in cui dai programmi verbali si passerà alla pratica, ovvero a votare in Parlamento ed applicare nel Paese le misure di risparmio e di inasprimento fiscale che sono state ventilate dal nuovo premier e accolte con sostanziale sorriso da tutti.
Al concreto vedremo se l’equità si coniugherà davvero con il rigore e quale sarà l’impatto della gente davanti a nuove tassazioni ICI sulla prima casa, all’annunciato aumento dell’IVA e delle accise oltre a nuovi “tagli” della spesa pubblica. Su quest’ultimo punto a Monti – e lo ribadisco soprattutto come sindaco – chiedo solo che si valuti bene il livello di spesa e dei servizi erogati nelle singole realtà prima di tagliare in modo indiscriminato sugli enti locali come avvenuto negli ultimi anni.
Sono stufo infatti di vedere sempre decisioni “lineari” (ovvero sostanzialmente uguali per tutti) senza tenere conto di chi si sia comportato fino ad ora in maniera seria e rispettando i patti di stabilità rispetto a chi invece ha continuato a scialacquare. In definitiva credo che per operare un vero risparmio i trasferimenti dello Stato dovrebbero finalmente essere più o meno parametrati al numero degli abitanti e a costi standard pre-determinati per singoli servizi, visto che non hanno più senso clamorosi privilegi per singole regioni o città rispetto alle altre.
Mi si spieghi se hanno ancora senso le regioni a statuto speciale, come mai in alcune regioni i dipendenti pubblici siano quattro volte di più in rapporto con gli abitanti e come mai alcune città come Bolzano (o Catania) debbano ottenere tre volte di più che altre zone del Paese dove da tempo si tira la cinghia e non ci sono più buchi (non solo della cintura…).
Così come se si devono tagliare i privilegi della “casta” politica lo si faccia anche nelle affollate aree grigie di Enti ed Autorità pubbliche di incerta utilità. E che arrivino liberalizzazioni vere anche nel pubblico impiego: perchè se un dipendente “batte la fiacca” al concreto non gli si può mai fare nulla a discapito di pagare meglio e premiare chi lavora di più? Forse va rivista la sicurezza tutta italiana di lavoro a vita nell’Ente pubblico, quando nell’industria o nel terziario si rischia ogni giorno di essere lasciati a casa e tanti liberi professionisti e partite IVA – considerati evasori senza appello – rischiano del proprio e pagano sempre di persona. Il neo senatore Monti cerchi di dare risposte concrete su questo ed avrà il mio appoggio leale, le felicitazioni e gloria imperitura.
Per il resto non mi sono ancora abituato a votare per lo stesso governo di Rosy Bindi e di Antonio Di Pietro, ma dove comunque siedono alcune persone che conosco bene, gente seria e che credo farà bene anche il ministro. L’Italia ha un gran bisogno di un governo “normale” anche se tutti sappiamo che quanto è avvenuto è stato una specie di appalto temporaneo con “locazione a terzi” della gestione dello Stato. La politica insomma, inanellando l’ennesima sconfitta, ha votato di passare la mano ai “tecnici”: vediamoli alla prova senza preconcetti, ma sicuramente con molta trepidazione.
*deputato PdL, sindaco di Verbania
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