“Tramare contro la virgola non paga mai. Bisogna invece amare la virgola sino alla virgolalatria, la virgola è pausa di ironia, scalo del marinaio, è il cielo in terra, la virgola ha umanizzato il mondo”. (Francesco Merlo)
“Le «verità»: non vogliamo più sopportarne il peso, né esserne vittime o complici. Sogno un mondo dove si morirebbe per una virgola”. (EM Cioran)
“Le virgole possono anche sembrare inutili, eppure così come gli sguardi, aiutano a capire tanto”. (Prabha Cristina Ranchicchio, manager)
“A volte basta una virgola per distinguere una banalità da un’idea”. (N. Dávila)
ATTUALIZZANDO…
Forse Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno discutendo di virgole e alla fine troveranno un accordo (o lo hanno già trovato, riservatamente). Intendiamoci: per me le virgole sono sacre, ricordo un magnifico libro (ho dimenticato il titolo) di una raffinata saggista sulle loro qualità e sottigliezze.
LA VIRGOLA, PORTA GIREVOLE DEL PENSIERO
C’è un sulfureo giudizio di Julio Cortazár, poeta e scrittore argentino: “La virgola è la porta girevole del pensiero”. E sul web ho trovato una sua analisi persuasiva: “Se l’uomo sapesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca… Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola ‘donna’; se sei uomo, la metteresti dopo la parola ‘ha’…”.
PROVIAMO A METTERE I NOMI DEI DUE CONSOLI
Dunque, seguendo il suo ragionamento, provo a strapparvi un sorriso: immaginate di sostituire con Di Maio e Salvini il riferimento a donna e uomo (ehi, per carità, nessuna allusione a chi sia maschio e chi femmina!). Solo una trasposizione dei nomi: la virgola porta girevole del pensiero, come asserito da Cortazár. In poche parole, penso che “i due consoli di romana memoria” (citazione tratta dal grande Riccardo Ruggeri) si metteranno d’accordo perché…
NON HANNO SCELTA!
… perché non possono fare altro. Tutti e due, Di Maio e Salvini, hanno vinto, ma non in misura tale da poter fare ciò che vogliono. Nuove elezioni non convengono a nessuno, vi giuro nessuno. E, se non si mettono d’accordo, deluderebbero i loro elettori assai più che trovare una mediazione, almeno per imporre alcune promesse dei loro programmi. Fuggire dalle responsabilità non ha mai premiato nessuno. E forse i due furboni sono già d’accordo.
I DUE FURBONI SI SONO GIÁ ESERCITATI
Del resto, per le presidenze di Camera e Senato si sono già esercitati positivamente: in poche ore, quando tutti erano convinti che stessero litigando, hanno trovato l’accordo. Tutto il resto sono solo virgole (girevoli).