Si è conclusa poco fa la Direzione nazionale del PD, che si è chiusa dopo la relazione del segretario Nicola Zingaretti. Verrà riconvocata appena ci saranno novità sulla situazione politica in atto
“Da mesi, sempre alla luce del sole, con un’iniziativa politica unitaria, sollecitiamo un rilancio, una ripartenza di una coalizione che dopo la fase positiva dell’emergenza deve affrontare con maggiore unità, solidità, fiducia la ricostruzione dell’Italia. Non solo non lo nascondo: lo rivendico. Ma questo nostro impegno si declina nella parola ricostruire e rilanciare. Mai nella parola distruggere. Questa è la differenza. È così da sempre e per quanto ci riguarda così continuerà ad essere”, ha assicurato Zingaretti.
“A fine agosto del 2019 – ha proseguito – eravamo consapevoli dell’eterogeneità e anche della fragilità della maggioranza a cui sceglievamo, con altri, di dare vita. Eppure abbiamo deciso, io credo giustamente, di assumerci quella responsabilità e di avviare una nuova stagione della politica italiana. Proprio perché coscienti di quelle fragilità siamo stati di gran lunga e in ogni passaggio la forza più unitaria, quella che di più si è messa a disposizione per rafforzare una visione comune e che ha chiamato, spesso inutilmente, gli alleati a una battaglia condivisa, anche nelle elezioni amministrative”.
“Abbiamo cercato – spiega ancora il leader dem – in ogni modo di garantire, spesso lasciati soli, un fronte comune, per combattere le destre e per affermare una sintonia tra la battaglia politica che conduciamo come forze di Governo e la vita delle comunità locali. Il Pd ha raccolto i risultati di questo impianto, ritornando centrale nello scenario politico e anche, a differenza di altri, su quello elettorale”.
Ora bisogna continuare a mediare. Zingaretti, per adesso, esclude le elezioni: “Si può raggiungere l’obiettivo. Se prevale un vero dialogo. Una predisposizione di tutti all’ascolto, e il rispetto di ognuno rispetto agli altri componenti della maggioranza che sostiene il governo. Sono fiducioso. Ma anche consapevole della delicatezza di questo passaggio”.
“Ecco la prova a cui siamo chiamati: dare una svolta alla storia dell’Italia, disegnare e realizzare un Paese nuovo, non ricostruire quello debole e fragile che c’era prima del Covid. Facciamo appello alla responsabilità, che non è immobilismo o subalternità, ma protagonismo e sforzo unitario per risolvere i problemi. Abbiamo davanti un’occasione storica per Italia. Torniamo a dare la priorità al bene comune dell’Italia. Non è il tempo delle barricate, ma – come ha indicato il presidente
Mattarella – quello dei costruttori, della collaborazione e della coesione, per indicare e costruire la strada per un futuro migliore da lasciare alle generazioni che
verranno”.
Bisogna evitare sia la “pigrizia nell’azione di governo”, sia un “avventurismo che non porta lontano”. “Porre in cima a tutto l’interesse del Paese”.
“Subalternita’ del Pd? No, io la chiamo buona politica riformista, che anteponendo gli interessi del Paese cambia la realta’ in meglio. Quale altra strada c’e’ rispetto a
questa? Un altro governo, confuso, trasformista, trasversale, tecnico? Nulla di buono tutto cio’ porterebbe all’Italia. Oppure proclamare il nostro fallimento per aprire le porte a improbabili ritorni della destra nazionalista, in totale controtendenza con gli orientamenti che si stanno rafforzando in tutta l’Europa? O ancora, alla fine accettare le elezioni anticipate in questa condizione cosi’ precaria da tutti i punti di vista dentro la quale siamo immersi?”.
“Alla fine tornare al popolo e’ sempre un’ultima istanza democratica. Ma in questo momento davvero occorrerebbe fare altro. Si vada quindi avanti sul confronto sul Recovery. Non vedo ostacoli insormontabili che impediscano l’arrivo a un progetto serio, condiviso e coraggioso. Nelle prossime ore si faccia un passo in avanti”, ha concluso il segretario PD.