Matteo Renzi vuole far cadere questo governo? Intervistato da Repubblica, il leader di Italia Viva risponde così: “Più che farlo cadere, vorrei vederlo muovere”. Poi spiega: “Il governo è immobile: si vive di rinvio in rinvio. Vogliamo sciogliere i tanti nodi aperti, dalle infrastrutture ai soldi per la sanità. Vogliamo chiarezza su scuola, cultura, lavoro. Questo abbiamo chiesto al premier con lettere, sms, documenti, riunioni. La risposta è stata sprezzante e sorprendente: ci vedremo in Parlamento, ha detto Conte. Evidentemente è già convinto di avere i voti in Aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico. Ma auguri a lui e all’Italia”.
I numeri per sostituire Italia viva in Senato non ci sono?
È più facile che Salvini ne rubi altri tre al M5S che il contrario.
Conte ieri ha aperto a Italia Viva con un lungo post…
Quando la smetterà di scrivere post retorici e inizierà a confrontarsi sui temi di merito facendo davvero politica, ci troverà a fare l’interesse dell’Italia e degli italiani. Basta che faccia presto, perché non c’è più tempo.
Lei dice che le viene chiesto di votare sul Recovery al buio. Ma di cosa ha parlato allora Gualtieri nell’incontro coi partiti sulla bozza?
Di concetti vaghi mentre noi vogliamo i documenti scritti. Questo governo sta esagerando con l’approssimazione. Non solo non si sa quando si torna a scuola o quando si riapre un negozio ma i testi vengono licenziati senza il canonico percorso istituzionale: proposta, preconsiglio, discussione, approvazione. In democrazia la forma è sostanza. Punto. Trovo sconvolgente dover spiegare a un professore di diritto che non si possono presentare i testi all’ultimo minuto. Se noi non avessimo posto il problema oggi avremmo l’atto più importante della legislatura approvato sotto forma di emendamento e che nei fatti sostituiva i ministri con una task force di trecento consulenti.
E allora venendo al punto noi abbiamo fatto 62 richieste di correzioni al ministro Gualtieri. Prima di dire se siamo soddisfatti o no, dobbiamo vedere il nuovo testo. Capisco che nella cultura del Grande Fratello è difficile da accettare ma i testi di legge non sono post, i decreti non sono tweet, una riforma non è una storia su Instagram.
D’Alema ha affermato che non si manda via l’uomo più popolare del Paese per fare un favore al più impopolare, cioè lei
Quando ho fatto il governo con il M5S speravo di rendere più riformisti i grillini e invece ho grillinizzato D’Alema. Puntare ad avere più like è tipico degli influencer non dei politici. E dire che D’Alema sull’impopolarità ha un certo know how. Gli dedico i versi di Guccini: ‘Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me cos’è la libertà”.