Proseguono le consultazioni di Mattarella alla ricerca di una maggioranza che per ora non appare all’orizzonte. La settimana è stata utile per conoscere un po’ meglio la personalità di Luigi Di Maio, leader del M5S che mi è pure simpatico, ma che comincia ad avere già l’aria del furbetto, alla “Renzi prima maniera”.
Se vuole davvero il bene del Paese deve far assumere responsabilità ai 5 Stelle, ma mediti che ha solo un terzo dei voti e che quindi deve trovare alleati.
Non può dire solo “io, io, io”, ma dimostrare anche un pizzico di umiltà. Soprattutto prenda posizioni chiare e non contraddittorie a seconda del vento che tira, perché di gente che campa dando “un colpo al cerchio e uno alla botte” ne abbiamo già vista fin troppa.
Sull’altro fronte apprezzabile l’attività ragionata di Giorgia Meloni e anche la visibile credibilità e crescita politica (ma anche di pancia, ci vuole un po’ di dieta…) di Matteo Salvini, mentre sarebbe un’ottima occasione per Forza Italia dimostrare un rinnovamento mandando avanti un turnover generazionale. Attendiamo.