Il governo Conte ha incassato la fiducia alla Camera con 350 sì. Il Consiglio dei ministri potrebbe riunirsi già giovedì, prima della partenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il Canada, dove il premier prenderà parte al G7.
Fatto il governo con i suoi ministri, non è ancora finita la partita che riguarda viceministri e sottosegretari. “Dobbiamo ancora lavorare su quello”, spiega un parlamentare M5S.
“Non siamo ancora entrati nel merito dei sottosegretari, delle vicepresidenze e dei presidenti delle commissioni”, ha fatto sapere da parte sua Matteo Salvini.
Il leader del Carroccio ha parlato anche delle Europee 2019: centrodestra unito? “Ognuno andrà da solo, come siamo sempre andati, perche’ c’e’ il proporzionale e ognuno avra’ il suo simbolo”.
La trattativa per il sottogoverno “è ancora in alto mare”, riferiscono fonti leghiste e pentastellate. I nomi che circolano sui giornali, in questi giorni, sono sempre più o meno gli stessi.
Vito Crimi, M5S, ai servizi segreti. Il leghista Nicola Molteni agli Interni, Laura Castelli M5S vice ministro dell’Economia. Possibili nuovi sottosegretari all’Economia i leghisti Massimo Garavaglia e Alberto Bagnai.
Allo Sviluppo economico, in pole il deputato lombardo, vicino a Luigi Di Maio, Stefano Buffagni (che punterebbe alla delega alle Partecipate statali e alle banche) e il leghista Armando Siri. Ancora da definire chi avrà la delega sulle telecomunicazioni: M5s punta a tenerla per sè ma potrebbe spuntarla la Lega (oltre a Siri circola l’ipotesi del giornalista Alessandro Morelli).
C’è poi la partita che riguarda la Farnesina e qui il nome che va per la maggiore è quello di Emanuela Del Re, Manlio Di Stefano invece dovrebbe aggiudicarsi la presidenza della Commissione Esteri della Camera. Claudio Borghi, uomo del Carroccio, punterebbe alla presidenza della Commissioni Bilancio o Finanze, sempre a Montecitorio.
Per quanto riguarda la partita per le commissioni, le prime ipotesi che circolano in quota Lega sono le seguenti: il senatore Borghesi potrebbe andare a presiedere la commissione Bilancio, la senatrice Bonfrisco le politiche comunitarie, il senatore Pittoni potrebbe andare alla VII commissione. Per la Camera si fanno i nomi di Borghi, Guidesi e Saltamartini mentre i capigruppo dovrebbero essere Molinari a Montecitorio e Romeo a palazzo Madama.
Insomma, non si è ancora chiuso un match che è di grande importanza. Anche perché non si tratta solo di viceministri e sottosegretari. Al momento dovrebbero essere 5 viceministri e 20 sottosegretari per il M5S, 3 vice e 15 sottosegretari per il partito di Matteo Salvini. Ma poi ci sono in ballo deleghe strategiche, capi di gabinetto, uffici legislativi, tecnici e portavoce.
Certo è che la maggioranza di governo al Senato ha numeri davvero risicati, lì un voto conta molto più che alla Camera. E’ una maggioranza precaria che per giunta dovrà fare a meno in più occasioni di almeno cinque senatori, dirottati verso ruoli di governo. Una situazione che consiglierebbe prudenza, per non sguarnire ulteriormente palazzo Madama. Le nomine verranno fatte, tenendo presente anche questo aspetto.