Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervistato dal quotidiano La Stampa, spiega: “Nel 2020 porteremo il rapporto deficit/Pil al 2,1% e nel 2021 scenderemo all’1,8%; avremo un miglioramento del rapporto debito/Pil che ora veleggia sopra il 130% e nel 2020 si attesterà al 126,5%”.
Sul fronte degli investimenti pubblici, “siamo pronti a investire nel triennio quindici miliardi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti, che sono circa 38. Abbiamo fondi inutilizzati e stiamo concludendo la riforma del codice degli appalti. Abbatteremo la burocrazia. E a chi pensa di poterci accusare di aiutare i furbetti e i criminali ricordo che abbiamo appena varato il decreto anti-corruzione. Strade, ponti, scuole, sono state costruite in gran parte negli Anni Cinquanta e Sessanta. Bisogna intervenire subito. Lo sappiamo noi italiani, ma lo sanno anche i francesi, i tedeschi, gli americani. Lo Stato farà la sua parte. E i privati saranno chiamati a fare la loro. In particolare quelli che hanno avuto le concessioni guadagnando un sacco di soldi e che d’ora in avanti dovranno rispettare la parte del contratto che impone loro la manutenzione ordinaria e straordinaria. Controllerò i numeri personalmente”.
Conte invita quindi i suoi ministri, a partire da Salvini, ad ammorbidire i toni con Bruxelles: “Io rispetto Juncker e in Europa ci siamo e siamo felici di restarci. Intendiamo confrontarci in modo serio, razionale e coraggioso” e “personalmente giudico provvido adoperare un linguaggio più prudente oggi che serve il dialogo. Ma chiedo a tutti di stare ai fatti e di fare riferimento alle azioni del governo e alle dichiarazioni ufficiali e non alle affermazioni provocatorie o strappate per strada. E noto che neppure i leader europei si tirano indietro dalle polemiche”.
Quindi replica alle critiche che giungono da alcuni esponenti europei: “Bisogna vedere se la manovra è devastante per i cittadini italiani, che vengono prima. E io non credo proprio, anzi, penso il contrario. Se sarà vantaggiosa per gli italiani sarà vantaggiosa anche per l’Europa. Non vedo contrapposizioni. La verità è che questa riforma consentirà al nostro Paese di recuperare un tasso di crescita significativo e di realizzare uno sviluppo sociale nel segno dell’equità. Anche il tasso di disoccupazione scenderà nel triennio verso l’8% se non di più. Avremo un forte piano di investimenti e il più significativo piano di riammodernamento delle nostre infrastrutture materiali e immateriali mai realizzato in Italia”.
“NON HO SMANIA DI APPARIRE”
“Molti dicono che sono poco presente anche in televisione. In realtà, non ho alcuna smania di apparire. Sono qui. Ogni giorno. Lavoro a testa bassa. Il mio ruolo è più importante di quello che superficialmente può sembrare, perché ogni giorno sono chiamato ad assumere decisioni di grande responsabilità e a operare sintesi politiche”.
MACRON E PUTIN
Conte rassicura sulle relazioni internazionali dell’Italia: “Ho invitato Macron a Palermo per discutere della Libia e il 24 ottobre incontrerò Putin a Mosca. Ma so bene qual è il nostro ruolo all’interno della Nato”. “Con il presidente francese – sottolinea – ci sono delle differenze di vedute, ma il rapporto personale è buono. Ognuno vuole fare ciò che è meglio per il proprio paese. Ed è esattamente con questo spirito che vedrò Putin a Mosca. Lo considero un interlocutore fondamentale. Assieme a Trump ho condiviso da subito l’idea di un G8 con Mosca seduta a tavolo. Non per strani interessi di qualche lobby politica o economica, ma per un solido senso di realtà”.
REDDITO DI CITTADINANZA
“Dal primo marzo partiremo con il reddito di cittadinanza”. “Il reddito di cittadinanza non sarà forse il volano della crescita. Ma aiuta le persone. Non la classe media, magari. Ma chi non ce la fa. E’ una misura di equità e giustizia sociale: per questo governo è una priorità”. Spiega quindi che se i 780 euro “in un mese non vengono spesi tutti, il mese successivo si riparte comunque da 780 euro. L’obiettivo è spingere le persone a comprare ciò che è necessario rimettendo in moto l’economia locale”.
Assicura poi che i due miliardi per i centri per l’impiego “basteranno. Perché veicoleremo le offerte di lavoro anche tramite un sistema telematico. Non consentiremo a nessuno di poltrire sui divani. E stiamo pensando di dare per tre mesi i 780 euro alle aziende che assumono e di spingere le persone ad accettare le proposte di lavoro non solo nella propria regione”, “lo Stato ti dà una mano, ma tu non devi tradire la sua fiducia”.
PONTE DI GENOVA ENTRO FINE 2019
Alla città di Genova “faremo di tutto per consegnare il ponte entro la fine del 2019”. “A Genova – sottolinea – sono arrivato sei ore dopo il disastro. Ho tenuto due consigli dei ministri in 48 ore e stanziato subito 33 milioni. A distanza di 40 giorni abbiamo il decreto, lavorando notte e giorno a un testo normativo complesso. E se tutto va bene tra un anno ci sarà anche il nuovo ponte. Abbiamo preso un impegno nei confronti della città e di chi ha perso i propri cari. Lo manterremo. Non sarà Autostrade a ricostruire. Deciderà il commissario”.