Dopo il voto di fiducia alla Camera – fiducia ottenuta dal governo con la maggioranza assoluta dei voti – e il Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per un colloquio, durante il quale si è parlato del percorso e della tempistica delle misure economiche anti-crisi. Infatti governo e maggioranza devono ora misurarsi con la legge di stabilita’ finanziaria e il provvedimento per lo sviluppo, appuntamenti cruciali per la politica economica dell’esecutivo, chiamato a dare risposte efficaci per superare la crisi.
A proposito del voto di fiducia, il capo dello Stato ha voluto sottolineare che uno strumento del genere "non dovrebbe comunque eccedere limiti oltre i quali si verificherebbe una inaccettabile compressione delle prerogative delle Camere".
Napolitano ha anche rilevato che, dopo lo scivolone del governo sul rendiconto generale dello Stato, non c’era un obbligo "giuridico" di dimissioni da parte del presidente del Consiglio. Anche se, "in base ai precedenti", una "verifica parlamentare della persistenza del rapporto di fiducia" era necessaria, cosa che "lo stesso presidente del Consiglio ha fatto".
Il presidente della Repubblica ha anche riconosciuto al presidente della Camera Gianfranco Fini di aver operato con correttezza istituzionale nella interpretazione e nella gestione dei lavori di Montecitorio, successivi alla bocciatura del governo sul rendiconto generale dello Stato, usando i poteri che gli sono propri.
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