Alla Camera dei Deputati dopo Dario Franceschini, capogruppo Pd, è toccato a Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL a Montecitorio, prendere la parola. Cicchitto ha sottolineato fra le altre cose, citando il quotidiano francese Le Monde, che i mercati hanno vinto dove la sinistra ha sempre perso: sono riusciti a far fuori il Cavaliere, cosa che la sinistra in questi ultimi anni, nonostante i suoi continui attacchi, non è riuscita a fare. "I mercati sono riusciti in quello in cui non e’ riuscita la sinistra italiana, cioe’ far cadere il governo Berlusconi", ha detto il pidiellino, durante le dichiarazioni di voto sulla legge di stabilità.
E a Franceschini: "Non si puo’ parlare di tentavi di governi che rappresentano punti di convergenza se si arriva a questo impatto con la faziosita’ che vi sta caratterizzando. Se riusciremo ad arrivare li’ non ci arriviamo come penitenti che chiedono scusa. Non abbiamo ragioni per chiedere scusa, perche’ voi siete sempre stati contro le tendenze di miglioramento e razionalizzazione della societa’".
Il governo in questi anni ha fatto la sua parte, rivendica Cicchitto, mentre i parlamentari del PdL in coro gridano "Silvio, Silvio!". Il capogruppo cita "la riforma della scuola e dell’università, il federalismo fiscale", e l’aver "mantenuto la coesione sociale con ingenti risorse per gli ammortizzatori". "E’ provinciale dare la colpa di tutto al governo Berlusconi che ha fatto ciò che si poteva per contrastare le tendenze mondiali, la più grave crisi del capitalismo. Abbiamo il problema del debito, cui si può rispondere affrontando nodi come le pensioni su cui entrambe le coalzione sono negativo".
Cicchitto conclude il suo intervento ringaziando Silvio Berlusconi per quanto fatto in questi anni di governo e di impegno politico, e ricordando che il Cavaliere si è dimesso senza essere obbligato a farlo: "Si e’ dimesso pur non avendone l’obbligo", ha sottolineato Cicchitto. A quel punto tutti i deputati della maggioranza si sono alzati in piedi scandendo il nome del presidente del Consiglio e applaudendo. Il premier, visibilmente emozionato, si e’ alzato dal banco del governo ricevendo con un leggero inchino, come un attore al termine dell’opera, l’omaggio dei parlamentari che lo hanno sostenuto.
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