Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, parla di Tav, di ponte sullo Stretto, di Rai, di liberalizzazioni.
A proposito di alta velocità, “Abbiamo riconsiderato completamente il progetto – spiega -, fatto riesaminare tutti i passaggi, anche in termini giuridici e la valutazione di impatto ambientale. Non ci sono punti oscuri o punti vuoti". Per questo “abbiamo il dovere morale, politico e civico di portarlo avanti per non essere allontanati dal’Europa". "Non ci sarà nessun referendum, continuera’ il confronto con le istituzioni, dobbiamo migliorare la comunicazione: si tratta di un’opera importante e prioritaria per la nostra economia".
Catricalà teme che intorno alla Tav “si aggreghino forze che non sono solo quelle della ragionevolezza, ma anche del contrasto in se’ e quindi anche della forza contro la democrazia”.
Affrontando il tema del lavoro, il sottosegretario ricorda: “Lavoriamo per i giovani e per dare loro buoni posti di lavoro, cioe’ non di assoluto precariato o di sottoccupazione come spesso oggi trovano. Tutto quello che facciamo per aprire i mercati e sulle opere pubbliche – rileva – e’ finalizzato al rilancio dell’economia e quindi a creare condizioni che diano posti di lavoro e ricchezza". Certo, “i fondi vanno trovati. Non abbiamo un’idea precisa sul come costituire il fondo per gli ammortizzatori sociali. Non esiste alcun ‘tesoretto’. Valuteremo la proposta della Camusso e anche quelle delle altre forze sindacali”.
RAI, PRIVATIZZARE UNA RETE? AVREBBE UN SENSO Una rete Rai privatizzata e le altre due piu’ strettamente di servizio pubblico, e magari senza pubblicità? E’ un’idea che Antonio Catricala’ continua a considerare valida anche se non realizzabile, non foss’altro che per motivi di tempo, dal governo Monti. “Quando ero presidente dell’Antitrust dicevo che una rete Rai andava privatizzata perche’ questo avrebbe portato piu’ concorrenza. Ora che vesto panni diversi, ma anche se fossi un cittadino senza responsabilita’ politiche, penso che il progetto avrebbe il suo senso". "Naturalmente – rileva – si tratterebbe di affidare alle altre due reti un ruolo di servizio pubblico piu’ efficace magari – aggiunge – privo di pubblicità". "Naturalmente non e’ un progetto che possa essere affidato nel breve periodo del nostro incarico".
PARTITI SI RIAPPROPRIERANNO PAESE, MA BASTA SCONTRI Pd, Pdl e Terzo polo insieme con Mario Monti dopo il 2013? "Il presidente Monti non commenta mai nessun fatto politico che vada oltre il nostro mandato, non so dire qual e’ l’orientamento del governo sulla sua successione". "Ad una persona moderata mai appartenuta a nessuna forza politica" l’idea che non cia sia piu’ un muro contro muro "non puo’ che appassionarmi", afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Per Catricala’ i partiti dovranno riprendersi la loro "legittimazione domocratica", "dovranno riappropriarsi del Paese quando la nostra missione sara’ finita. Noi dobbiamo lavorare per creare le condizioni affinche’ non ci siano piu’ gli scontri, anche infruttuosi, del passato".
LETTA? PARAGONE INADEGUATO, MA ADRENALINA C’E’ "Essere il successore di Gianni Letta mi mette in una condizione di inferiorita’ perche’ in questo paragone mi sento inadeguato, ma il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio mi stimola molto e l’adrenalina non manca".
LIBERALIZZAZIONI, NESSUNA MARCIA INDIETRO SU TAXI "Non c’e’ stata nessuna marcia indietro" sulle misure riguardanti le licenze dei taxi. "Faremo una autorita’ dei trasporti con tre persone di massimo prestigio", dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che poi, parlando di banche, e del braccio di ferro tra partiti e istituti di credito sull’azzeramento delle commissioni sul massimo scoperto, introdotto al Senato, che ha provocato le dimissioni dei vertici Abi, precisa: “Se ci fosse un ping pong tra partiti e banche, il governo non fara’ certo da pallina". "Bisogna spiegare bene cosa e’ accaduto: nel decreto Salva Italia avevamo gia’ disciplinato la commissione di massimo scoperto. La legge dice che questa commissione non puo’ superare lo 0,5% della somma effettivamente messa a disposizione. Il Parlamento e’ andato oltre e ha voluto chiarire che se anche ci fosse stato questo 0,5%, quella clausola sarebbe nulla. Le banche ritengono che questo ulteriore provvedimento sia ingiusto e metta in difficolta’ il loro patrimonio. Il governo ha assorbito il provvedimento nel proprio maxi emendamento, sul quale e’ stata messa la fiducia, perche’ l’accordo era di non aggiungere o togliere nulla dal testo che era stato approvato in commisione. Noi siamo stati il veicolo di un’istanza parlamentare, cosa che dobbiamo fare perche’ siamo un governo che ha una legittimazione solo ci viene mantenuta la fiducia dalla maggioranza".
PONTE STRETTO? ATTENDIAMO PARERE PASSERA Antonio Catricala’ non si sbilancia sul futuro del ponte sullo Stretto di Messina. “La questione è all’esame del ministro Passera. Noi, finora, non abbiamo ne’ finanziato, ne’ definanziato il progetto. Aspettiamo che ci sia una proposta da parte del dicastero competente nel quale riponiamo massima fiducia”.
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