Pier Ferdinando Casini, con una lettera inviata al Corriere della Sera e pubblicata oggi dal quotidiano, replica all’intervista di Angelino Alfano, segretario Pdl, e all’editoriale di Angelo Panebianco sul ruolo dei centristi secondo il Corsera. – "Noto una gran voglia da parte di tutti i protagonisti della politica italiana di affrettarsi a tornare al passato, di archiviare il governo Monti e questa stagione come se fosse un incidente della storia, un ingombro da cui liberarsi al più presto per tornare alle meraviglie già viste", "il mio partito e io crediamo che proprio a causa dei governi degli anni passati si sia arrivati a Monti e che oggi è necessario procedere nella direzione annunciata in questi mesi. È ora di finirla con la demagogia di chi dà fiato ad ogni piè sospinto alle richieste delle singole corporazioni territoriali e di categoria o con proposte di magiche riduzioni della spesa pubblica che negli ultimi anni è purtroppo solo aumentata".
"Rimuovere l’esperienza del governo Monti – prosegue Casini – significa ripiombare al più presto nella vecchia demagogia, nella logica delle facili promesse, nella ricerca della popolarità ad ogni costo che ha portato l’Italia a questa situazione. Ecco perché il dilemma dei centristi è facilmente risolvibile: noi chiederemo voti alle prossime elezioni e li impegneremo in Parlamento non per aggiungere qualche strapuntino in coalizioni già morte del passato (e mi si risparmi almeno le prediche sui posti perché l’Udc è l’unico partito che ha saputo farne a meno nelle ultime due legislature!), ma per riproporre uno sforzo di responsabilità nazionale che è l’unico capace di fare uscire l’Italia dalla crisi. Non ci faremo dettare la linea economica dal Pd e dalla Cgil, caro Angelino, ma nessuno ci può togliere dalla testa che uno sforzo di risanamento non può essere efficace senza il coinvolgimento attivo di quella metà del Paese che ha un grande insediamento nella società e nel mondo del lavoro”.
Secondo il leader centrista, “l’incontro tra forze diverse, realizzatosi in questa legislatura e che noi riproponiamo per il futuro, nasce dalla necessità di una unione nazionale della politica, che vada oltre i tecnici e che coinvolga quanti nella società civile sentono il richiamo di un servizio fondamentale per l’Italia. Più forte elettoralmente sarà questa area politica più saranno ascoltate le nostre ragioni: in questo senso il responso elettorale sarà semplicemente determinante e noi giochiamo a carte scoperte e alla luce del sole, come sempre”.
In conclusione, “capisco l’irritazione della destra verso l’Udc, ma non è certo colpa nostra se il Pdl, dopo aver parlato per mesi di rinnovamento, di primarie, di nuove leadership, ha deciso di tornare a Berlusconi. Tutto è svanito in un colpo solo! Prof. Panebianco, come vede la verità è che una grande coalizione non conviene tanto a Casini quanto all’Italia!".
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