"Ha presente il rischio di tornare ai livelli di spread del 2011 con livelli di disoccupazione mai visti? Ha presente quello che attende Renzi e la sua maggioranza in autunno, no? Riforma della Costituzione alla Camera e Italicum al Senato. E soprattutto i provvedimenti per salvare l’economia che rischiano di essere esplosivi. Votazione delle variazioni al Def (Documento di economia e finanza, ndr ), ai conti, la legge di Stabilita’, il Jobs act… Secondo lei, ce la puo’ fare Renzi a fare tutto da solo?". Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista al "Corriere della Sera".
"Noi non siamo come la sinistra. Non siamo mai stati per il ‘tanto peggio tanto meglio’. Di fronte a un dramma nazionale cercheremmo la coesione politica. Per cui, se ci fossero provvedimenti davvero utili per il Paese si’, li voteremmo".
Che cosa suggerisce al governo? "C’e’ un’agenda gia’ scritta. Iniziamo dal lavoro, dove serve piu’ flessibilita’ in entrata e in uscita…". E sull’articolo 18? "Una moratoria. Per capirci, la sospensione di tre anni per tutti i neo-assunti". E poi? "C’e’ l’attuazione della delega fiscale, con la quale si deve ridurre il carico sia sulle imprese che sulle famiglie. Ma questa deve per forza andare di pari passo col taglio della spesa e l’aggressione al debito pubblico. Ma dev’essere un taglio serio, coerente, che parta da una spending review che non sia fondata sulle chiacchiere".
Che cos’ha in mente? "Liberalizzazioni e privatizzazioni. Dobbiamo capire quello di cui ci si puo’ privare e venderlo. A cominciare dalle pubblic utilities. Le cose di cui le sto parlando sono contenute nel programma del Pdl e del centrodestra quasi vincenti alle elezioni del 2013. Si chiama agenda Alfano-Brunetta. Dalle dismissioni alle liberalizzazioni, dalla riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese alle privatizzazioni. Se Renzi dimostrasse coraggio, lo sosterremmo". E se Renzi decidesse di non seguire quella strada? "Allora vorrebbe dire che il governo italiano avra’ imboccato una direzione opposta a quella della Bce e dell’Europa. Le parole di Mario Draghi e la posizione della Commissione europea vanno nella direzione di quello che le ho detto finora. Noi non siamo come la sinistra. Nel 2011 Berlusconi si fece da parte e sostenne Monti. Nel 2013, pur pagando un costo elettorale, ha sostenuto le larghe intese e s’e’ messo a collaborare sulle riforme. Oggi e’ lo stesso. Di fronte a un allarme nazionale, Forza Italia cercherebbe la coesione. Ci sono momenti in cui l’interesse di parte va messo da parte", conclude Brunetta.
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