Pier Luigi Bersani ha terminato il suo giro di consultazioni e si appresta a salire al Quirinale, entro questa sera. E’ lo stesso presidente del Consiglio incaricato a spiegare ai giornalisti che le consultazioni hanno rappresentato “un giro di ricognizione con tutte le forze politiche che mi ha dato un quadro molto preciso e realistico della situazione. Dopo qualche ora di riflessione, entro sera mi recherò al Quirinale per riferire le mie valutazioni". Per una volta, ha aggiunto Bersani rivolgendosi alla stampa, “niente domande”.
Dunque, questa sera la palla passerà nelle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che farà l’inquilino del Colle? Bersani non ha la forza per poter formare un governo, ormai è chiaro a tutti. Il Movimento 5 Stelle ha ribadito ieri, ancora una volta, il suo no; il PdL ha cercato di proporre soluzioni concrete, accordi, ma tutto è stato respinto da Bersani. E adesso che succede? “Napolitano pensa a sostituire Bersani con Amato, un pensionato da trentunomila euro al mese”, twitta Francesco Storace. Sarebbe davvero qualcosa di vergognoso, aggiungiamo noi.
Roberto Maroni, segretario del Carroccio, fa sapere che PdL e Lega sono uniti e compatti: "Abbiamo detto a Bersani le nostre opinioni, le nostre condizioni. Bersani sa cosa vogliamo e abbiamo chiesto – e uso il plurale perche’ parlo di Lega e Pdl, contrariamente a quanto qualcuno maliziosamente dice parlando di divisioni". Ora “sta a Bersani decidere se vuole formare il Governo o rimettere il mandato. L’altro ieri – ha aggiunto – si era preso 48 ore di tempo che scadono oggi, sono curioso di vedere che decisione prendera’, dopo agiremo di conseguenza".
Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, dopo la consultazione alla Camera con il presidente incaricato Pier Luigi Bersani, riferisce: “Il Paese e’ in condizioni gravi. E’ necessario che il Paese abbia al piu’ presto un governo politico, che nasca dal risultato elettorale, perche’ solo un governo che nasca dal processo democratico puo’ avere la forza per affrontare la crisi".
Il PdL continua a chiedere che si torni al voto: “La gente comune, anche di sinistra, vede nell’intesa tra Pd e PdL una straordinaria occasione per l’Italia. Purtroppo – dichiara in una nota Gianfranco Rotondi, PdL – da tempo la sinistra non parla con la gente e, dunque, non ci sono le condizioni perché Bersani riesca nel tentativo. Personalmente sarei contrario a ulteriori tentativi e sopporterei anche tre mesi di supplenza montiana per tornare subito al voto nell’interesse del Paese".
Per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, “Bersani ha fallito” nel tentativo di formare un governo. “Il lento rituale delle consultazioni si e’ concluso con uno sberleffo da parte di Grillo e la certificazione che in Parlamento il Pd non ha i numeri per garantirsi la fiducia. Ora la parola spetta al Capo dello Stato, che sapra’ certamente andare oltre la disperazione di Bersani”. Anche per Gasparri, visto che Bersani “si ostina a non fare i conti con la realtà”, non resta altro che “la strada obbligata delle urne”.
Scelta Civica affida il proprio pensiero ad un comunicato del proprio Consiglio direttivo: "A 48 ore dall’incontro con Pier Luigi Bersani, poco si e’ visto delle proposte che avevamo sollecitato nel confronto con il presidente del consiglio incaricato. Quali saranno i contenuti riformatori su cui si intende incentrare l’azione del governo del ‘cambiamento’? Quali possono essere i termini di un coinvolgimento della coalizione di centro-destra piu’ consistente e che dia la misura di una azione comune che i partiti, sulla base di un risultato elettorale oggettivamente confuso, sono disposti a fare per l’Italia? Rispondere a questi quesiti e’ imperativo per poter dare un governo al paese. Scelta Civica guarda in ogni caso con fiducia alle conclusioni che il Presidente della Repubblica tirera’ al termine della giornata".
Discussione su questo articolo