Silvio Berlusconi torna a farsi sentire e questa volta ce l’ha con l’Europa: qualcuno, nell’attuale Governo, dovrebbe avere “il coraggio e l’autorevolezza di andare a Bruxelles e dire a quei signori ’Noi siamo in queste condizioni perché ci avete cacciato voi, con la vostra dannata politica dell’austerità: dobbiamo rimettere a posto le cose e, da qui in avanti, il limite del 3% all’anno e il fiscal compact ve li potete dimenticare’. Ci volete mandare fuori dalla moneta unica? Fatelo”. Il Cavaliere usa toni decisi. E a coloro che davvero volessero mandare fuori l’Italia dall’Unione Europea, ricorda “che noi versiamo 18 miliardi all’anno e ce ne ridate indietro solo 10”. Dunque, l’Europa non può e non vorrebbe mai fare a meno dello Stivale. E’ un matrimonio (anche) d’interesse.
Toccando il tema del lavoro, fondamentale in questo periodo di particolare congiuntura economico, il Cavaliere spiega: “Il Governo non può creare il lavoro così come non lo può creare un presidente di Regione, ma lo possono solo creare gli imprenditori. Solo sostenendo il coraggio degli imprenditori, che una volta chiamavamo ’capitani coraggiosi’ ma che ora sono degli eroi che credono ancora nel futuro, possiamo veramente creare lavoro”. Oggi i veri problemi da affrontare sono quelli “che frenano la ripresa economica”, ovvero “il costo del lavoro, la burocrazia e, e non vorrei dirlo, anche una magistratura con cui fare i conti, oltre a uno Stato che si è troppo espanso. Con l’Imu e l’aumento dell’Iva il governo sta affannosamente cercando 8 miliardi di euro. Ma in quale azienda non si possono tagliare i costi dell’1%? E’ veramente una cosa inaccettabile che non si riescano a trovare questi fondi”.
L’ex premier ha tutte le ragioni del mondo. Soprattutto quando parla di Imu e Iva: in uno Stato che spende e spande senza controllo da sempre, non si possono trovare 8 miliardi per evitare l’ennesima mazzata agli italiani? Sembra davvero un paradosso.
Daniele Capezzone, Coordinatore dei dipartimenti del PdL, sottolinea: “da Berlusconi ancora una volta indicazioni strategiche di grande visione”, solo “una linea più coraggiosa ed espansiva può consentirci di evitare il rischio di ‘vivacchiare’ sull’orlo del 2.9 o del 3%”.
Secondo Stefania Prestigiacomo, ex ministro del governo Berlusconi, “se non sarà evitato l’aumento dell’Iva le conseguenze saranno tragiche”, mentre Sandro Bondi avverte: “Chi liquida con frettoloso fastidio le riflessioni del Presidente Silvio Berlusconi non comprende che l’alternativa oggi é fra una linea di politica economica orientata alla crescita, comune a tutte le grandi nazioni industrializzate del mondo, a partire dagli Stati Uniti, oppure l’accettazione passiva della politica economica fondata sul rigore imposta a tutta l’Europa dalla Germania, che porta dritta alla recessione e alla fine alla disintegrazione dell’unità europea. Una fievole volontà di correggere questa politica non é sufficiente a evitare la catastrofe della nostra economia. Tant’é che alcuni economisti hanno consigliato non solo di non aumentare l’Iva, ma di ridurla con coraggio, con l’obiettivo di far riprendere la crescita con la conseguenza di un aumento e non di una diminuzione delle entrate fiscali”.
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