Silvio Berlusconi rilancia: dimettermi? non ci penso nemmeno. Anche se lo farei volentieri, confessa, visto che "stare al governo, soprattutto nel pieno di una crisi planetaria come questa, comporta per me e per tutti i componenti" dell’esecutivo "un grande sacrificio personale". Ma non posso mollare proprio ora, afferma il Cav in un video-messaggio ai Promotori della Libertà, perchè "una crisi di governo sarebbe l’ultima cosa di cui l’Italia in questo momento ha bisogno".
Certo, un giorno sì e l’altro pure le opposizioni mi chiedono di dimettermi, ma a loro rispondo in maniera "molto semplice: piuttosto che occuparsi della mia poltrona, l’opposizione farebbe meglio a pensare all’interesse dell’Italia". "Il nostro Paese, in questo momento di crisi mondiale – ricordiamocelo, è una crisi senza precedenti per la gravità e per l’estensione – ha bisogno soprattutto di stabilità politica, ha bisogno di un governo che funzioni, che dia fiducia alle famiglie e alle imprese e che porti l’Italia fuori dalla crisi. Ed è ciò che stiamo cercando di fare, sia pure tra mille difficoltà".
Il presidente del Consiglio ricorda di non essere entrato in politica "per conquistare il potere, ancor meno desidero rimanervi per mantenere un potere che tra l’altro nella realtà non esiste proprio".
Poi il premier parla di voto anticipato: non servirebbe a nulla, spiega. Probabilmente, sarebbe utile soltanto per la sinistra, "eccitata dall’illusione di poter conquistare quello che chiama e considera il potere, e non vede l’ora di nuove elezioni. Una pretesa che definisco assurda, che creerebbe solo instabilità e che aprirebbe nuovi spazi alla speculazione finanziaria". I numeri per arrivare a fine legislatura ci sono, precisa l’uomo di Arcore, per questo "andremo avanti per completare il nostro programma di riforme".
E poi, qualche alternativa ci sarebbe a questo governo? Nessuno. "Gli italiani sono troppo maturi per pensare di affidare le sorti del Paese ad un governo formato dal trio Bersani-Di Pietro-Vendola, che sarebbe una riedizione, in termini direi ancor più grotteschi, dell’Ulivo di Prodi. Nonostante tutto, ricordiamocelo, gli elettori moderati rappresentano ancora oggi la maggioranza degli elettori. E se mai si arrivasse alle urne, non commetterebbero certamente mai l’errore di consegnare il governo nelle mani di una sinistra che è tutto fuorché una forza di governo credibile.
Ve lo immaginate un governo con Di Pietro ministro della Giustizia?".
Una volta che Berlusconi cesserà "l’impegno politico diretto", ha come ambizione quella di consegnare all’Italia "uno schieramento politico di centrodestra unito sui grandi valori del popolarismo europeo".
Ora è il momento di portare a termine le riforme, dobbiamo lavorare per "rispondere alle sfide della crisi economica". Da qui al 2013, ci sforzeremo di fare proprio questo.
Il Cav sta lavorando in questi giorni al decreto per lo sviluppo e la crescita del Paese. Lo sta facendo avvalendosi di preparati e numerosi tecnici, oltre che della collaborazione dei suoi ministri. E poi ci sono le riforme, appunto: quella istituzionale, prima di tutto. E quindi "superamento del bicameralismo perfetto, che produce le leggi in un tempo troppo lungo, con la creazione di un Senato delle Regioni sull’esempio della Germania, con la riduzione a metà del numero dei parlamentari e soprattutto con l’adeguamento dei poteri del premier che oggi non ne ha alcuno. I Ministri sono nominati dal Capo dello Stato, il Premier non può dimettere alcun Ministro e non può imporre nulla ai componenti del Consiglio dei Ministri e quindi questi poteri devono essere portati ad essere uguali a quelli degli altri capi di governo europei. Chiunque sarà chiamato a governare, ha bisogno degli strumenti per poterlo fare. E il fatto che il Presidente del Consiglio dei ministri non abbia alcun potere è dimostrato anche dal fatto che tutti i governi precedenti sono duranti in media soltanto undici mesi".
Un accenno anche all’eventuale nuova legge elettorale: è necessario e molto, molto importante che "l’eventuale nuovo sistema non scardini una conquista che è nostra, quella del bipolarismo, e non svuoti la garanzia della stabilità dei governi".
Giustizia: la riforma viene ritenuta da tutti "indispensabile, tutti la ritengono non più rinviabile, ma la sinistra sostiene che tale riforma si potrà fare solo quando il sottoscritto si sarà ‘finalmente tolto di mezzo’. Se questa riforma non si realizzasse, sarà inevitabile che la stessa sorte che è toccata a me per quasi vent’anni tocchi ad altri leader politici che dovessero diventare Presidenti del Consiglio dei Ministri". Saranno "messi nel mirino dei magistrati della politica di sinistra, soltanto, appunto, per ragioni politiche con l’utilizzo della giustizia a fini di lotta politica.
Per questo la riforma della giustizia va fatta, e va fatta subito in questa legislatura, e chi verrà dopo di me ne beneficerà enormemente". E poi c’è "l’urgenza" che riguarda le intercettazioni: "siamo quotidianamente immersi in uno scandalo del quale non riusciamo neanche più a denunciare la gravità e l’anomalia. Ma quando un cittadino alza il telefono e sente di poter essere controllato, può temere che ciò che dice al telefono, e che in un paese civile e libero dovrebbe restare inviolato, può vederselo su un giornale qualche giorno dopo. Questo è francamente intollerabile, questo è un sistema barbaro a cui dobbiamo mettere fine".
Una volta portati a casa questi risultati, una volta completato il lavoro relativo alle riforme, allo scadere naturale della legislatura, quindi nel 2013, "gli italiani potranno scegliere liberamente da chi essere governati. Potranno scegliere ancora una volta fra chi in questi anni ha tenuto la barra ferma, nel pieno di una grave crisi economica che ha sconvolto la vita di milioni di famiglie, tra chi ha realizzato delle riforme importanti e necessarie per la modernizzazione del Paese, oppure tra chi, come l’attuale opposizione di sinistra, promette risposte che non funzionavano trent’anni fa, anzi proposte che hanno fatto fallire in modo clamoroso tutti i loro interventi, e nonostante tutto vengono ancora riproposte: prova evidente che questa sinistra non ha saputo compiere un solo passo avanti dalla partenza, ovvero dalla più disumana e criminale ideologia della storia, il comunismo, verso la comprensione dei tempi nuovi che stiamo vivendo".
Una sinistra "incapace di governare. L’Italia è davvero un grande Paese, un paese che non merita questa sinistra. E per fortuna, vi sono nel nostro campo, nel campo dei moderati, i valori, le idee e le forze fresche, gli uomini nuovi, per garantire anche in futuro il buongoverno, e con esso la libertà e con esso il benessere".
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