Il Prof. Paolo Becchi, filosofo e politologo, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla possibile crisi di governo ha detto: “E’ una partita a poker dove prima o poi bisognerà vedere le carte. Ognuno alza la posta, però le carte le vedremo tra un po’. Mi chiedo se un Paese possa funzionare come se i protagonisti politici stessero giocando una partita a poker. C’è qualcosa che non mi torna”.
“Da questa estate in poi è una crisi permanente. Questo governo cosa vuole fare? Si sono posti come obiettivo quello di smantellare quello che aveva fatto il governo precedente. Che senso ha un governo che ha come unico obiettivo questo? Il Pd sta governando con lo stesso partito che ha fatto le cose nel governo precedente e che ora le vuole modificare. Il problema è che il partito di maggioranza relativa in parlamento mette in discussione tutto quello che ha fatto prima”.
“La crisi permanente non vuole dire elezioni domani. Fino a settembre, per via del referendum di marzo, sono praticamente impossibili le elezioni. Il problema è che i due Mattei hanno capito che hanno un nemico comune: Conte. Vogliono farlo sparire dalla circolazione politica. Stanno cercando in tutti i modi, Renzi dall’interno e Salvini da fuori, di cercare di metterlo in discussione. Conte ha detto chiaramente che vuole fare un nuovo centro, la stessa ambizione di Renzi e non è possibile avere due centri. Renzi all’inizio non l’ha capito, ora l’ha capito, gli avranno detto: stai attento che Conte sta facendo questo gioco qui e ti fotte. Bisogna vedere cosa decidono di fare i due Mattei”.
“La Meloni sbaglia a dire: mai accordo. Quando io ho sostenuto l’ipotesi di governo istituzionale, avevo in mente l’esperienza di Ciampi che traghettò dall’aprile del 93 al gennaio del 94 prima delle elezioni. Sarebbe giustificato un governo istituzionale guidato da una personalità autorevole dello Stato con dentro i partiti che ci stanno, prima di andare ad elezioni a settembre. Salvini sarebbe d’accordo”.