Via il finanziamento pubblico ai partiti. Saranno i privati a contribuire, se lo vorranno, alle spese delle forze politiche in cui si rivedono. Inoltre, i contribuenti italiani potranno decidere di destinare il 2 per mille delle loro imposte ai partiti, a cominciare dalla dichiarazione dei redditi che faranno nella primavera del 2015. Questo è uno dei punti previsti dal ddl del governo che abroga il finanziamento pubblico dei partiti, secondo quanto spiega il comunicato finale del Consiglio dei ministri.
Comunicato nel quale si legge: “In apertura dei lavori, il Consiglio ha approvato un disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico e per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici. Il disegno di legge, inoltre, prevede nuove regole volte ad assicurare il tasso di democrazia interna, la trasparenza dei partiti, i controlli sulle relative spese”. “Al posto del finanziamento pubblico entrera’ in funzione un nuovo sistema che si fondera’ sulla contribuzione volontaria da parte dei privati e che si potra’ effettuare attraverso: a) detrazioni; b) 2 x 1000”.
“Le erogazioni liberali in denaro – spiega ancora la nota di palazzo Chigi – effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall’imposta lorda una detrazione pari: al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro”.
“Il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici prendera’ avvio nel 2014, ma andra’ a regime nel 2016. Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2×1000 da destinare a ciascun partito politico”.
Per quanto riguarda il 2×1000, “il cittadino sceglie a chi dare i soldi. I partiti politici che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2×1000 della propria imposta sul reddito (IRE). Una decisione che assumera’ il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto”.
BILANCI DEI PARTITI CERTIFICATI Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme, illustrando in conferenza stampa a palazzo Chigi il ddl approvato oggi in Consiglio dei ministri, ha spiegato che gli anni del passaggio dal finanziamento pubblico dei partiti a quello privato, anche attraverso il 2 per mille del reddito devoluto allo Stato, "dovranno essere utilizzati per invertire una cultura". "Se i partiti sono fondamentali per la democrazia ma noi aboliamo i finanziamenti, serve una cultura – ha spiegato – che porti i privati a poter dare il loro libero contributo come accade nelle democrazie più avanzate, nelle democrazie anglosassoni, nella più assoluta trasparenza". "Una delle condizioni" perché i partiti ottengano i benefici previsti dalla legge, ha aggiunto Quagliariello, "è che i bilanci dei partiti siano certificati". "Queste agevolazioni, e soprattutto il meccanismo del due per mille, inizia ad essere attivo dal 2016”, ha aggiunto il ministro. “Quella e’ la data dalla quale i partiti potranno percepire quello che deriva da questo nuovo meccanismo. Per questo abbiamo previsto che dall’anno prossimo il finanziamento sara’ ridotto del 40 per cento, il successivo del 50, l’anno dopo del 60".
IL PD, DDL MIGLIORABILE MA VA NELLA DIREZIONE GIUSTA Il ddl sul finanziamento ai partiti "va nella direzione giusta". Lo dice Antonio Misiani, tesoriere del Pd, spiegando che potra’ essere anche "migliorato in Parlamento" ma l’impianto e’ condivisibile. "Quello che bisogna capire e’ il tetto alle donazioni", spiega Misiani secondo cui va appunto "messo un tetto per le grandi donazioni". Il tesoriere del Pd spinge per una via intermedia tra il vecchio sistema e quello anglosassone in cui il finanziamento ai partiti arriva solo dai privati. La terza via, argomenta, puo’ essere quella "di un sistema basato sull’autofinanziamento, ma con un forte incentivo per le piccole donazioni e tetti massimi per le grandi donazioni".
GRILLO "LEGGE TRUFFA, CONTINUERANNO A MANGIARE" Beppe Grillo non ci sta: si tratta di un bluff, scrive sul suo blog. “Dopo la propaganda elettorale di Letta che con un tweet annunciava di aver eliminato il finanziamento pubblico, oggi scopriamo la verita’: per quest’anno non si toccano. Ma dovrebbe avvenire nel 2017 ‘quando terminera’ l’erogazione del rimborso gia’ previsto per le elezioni di quest’anno’. I partiti saranno ‘aiutati’ con servizi come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi". “Quindi i partiti dal 2017 non gestiranno piu’ soldi? Illusi: ‘ciascun contribuente puo’ destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito’ e ‘i fondi non espressamente attribuiti dai privati attraverso l’opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita’ – prosegue il leader del MoVimento 5 Stelle -. L’importo totale a disposizione dei partiti potrebbe addirittura aumentare. Il finanziamento esce da una parte e entra dall’altra. I soldi dei cittadini continueranno ad arrivare e i partiti a mangiare. Il M5S ha mantenuto fede alle promesse elettorali e ha rinunciato completamente ai 42 milioni di soldi pubblici che gli sarebbero spettati. I partiti non sono riusciti a fare altrettanto. ‘Questa e’ una ‘legge-truffa’, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti".
DI PIETRO, LA MAZZETTA DIVENTA LEGALE Anche Antonio Di Pietro, Italia dei Valori, affida al suo blog il suo commento: “L’annunciata abrogazione del finanziamento ai partiti e’ la solita presa in giro. Infatti, da quanto si legge sui vari organi di stampa, sembra che la montagna abbia partorito il topolino’. Secondo Di Pietro ‘esce dalla porta il finanziamento pubblico per poi rientrare dalla finestra sotto altre forme che portano addirittura alla corruzione ingegnerizzata. Infatti il contributo volontario verra’ dato anche da quei privati che sicuramente vorranno qualcosa in cambio e non basta il tetto ad assicurare trasparenza e legalita’, visto che ci sono mille modi per differenziare i versamenti da parte dello stesso soggetto. Ci vuole soltanto un divieto ai contributi dei privati, altrimenti il rapporto tra politica e affari rimarra’ compromesso”. Per Di Pietro “questo Governo ha fatto proprio un capolavoro, un capolavoro di ipocrisia e illegalità”.
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