Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno del governo Letta, intervistato dal quotidiano “il Giornale”, a chi nel Pdl storce il naso sul suo incarico di vicepresidente del Consiglio e segretario del partito, risponde: "Sono al governo in quanto segretario del Pdl e sapro’ tutelarne valori, convinzioni e programmi. So distinguere perfettamente i due ruoli". Poi Alfano sottolinea che è improcrastinabile il decreto choc per rilanciare l’economia italiana, qualcosa che Silvio Berlusconi chiede da tempo, insieme all’elezione diretta del capo dello Stato. Su questo ultimo punto, il vicepremier è ottimista, "perche’ dal Pd arrivano segnali confortanti".
Parlando della cancellazione dell’Imu, “è un impegno da cui non si torna indietro" e l’ipotesi che non lo si mantenga "non puo’ essere neppure presa in considerazione". Per Alfano "e’ chiaro" che la proposta del Pdl "non si risolve con l’Imu". Intanto "serve arrivare a zero tasse per chi assume giovani disoccupati", poi "bisogna liberare l’impresa dalla camicia di forza della burocrazia: serve un piano strong, molto duro anche nel tempo, di semplificazioni che permettano a chi ha soldi di investire senza inciampare nei lacci e i lacciuoli della burocrazia".
"Imu, detassazione e sburocratizzazione sono il modo piu’ efficace per mettere benzina nel motore della nostra economia – insiste Alfano – rappresentano quello choc economico di cui parla il presidente Berlusconi. In questa strategia di ripresa sarebbe contraddittorio aumentare l’Iva".
Per il vicepremier la riforma elettorale viene dopo le riforme costituzionali, soprattutto se ora si guarda al modello presidenziale: "Mettere la riforma elettorale, su cui non c’e’ accordo tra le forze che sostengono la maggioranza, al primo posto, e’ un modo per creare problemi al governo". "Per quel che riguarda la riforma in toto del sistema di voto, credo che debba arrivare alla fine del percorso. Se il modello a cui si guarda e’ il presidenzialismo alla francese, si puo’ immaginare un tipo di legge elettorale; se invece si guarda a Berlino o a Londra, i sistemi di voto sono altri. Insomma, prima vengono le riforme costituzionali e poi, alla fine del percorso, la legge elettorale. Che deve esserne conseguenza". "In questi 20 anni – spiega Alfano – abbiamo combattuto per il primato della sovranita’ popolare e per impedire che questo primato fosse mortificato dai giochi di Palazzo. La scorsa legislatura abbiamo fatto passare il presidenzialismo al Senato ma, purtroppo, ci hanno bloccato alla Camera. Ora siamo vicini alla meta perche’ le aperture arrivate dal Pd sono importanti: i segnali arrivati da Renzi, da Veltroni e dallo stesso Letta sono incoraggianti".
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