Questa notte, prima di chiudere gli occhi, ho letto – come faccio sempre – la rassegna stampa di oggi. Si parla quasi dappertutto della ragazza di 19 anni stuprata da sette animali al Foro Italico di Palermo. Ho riflettuto parecchio su ciò che è accaduto, specie alla luce dei dettagli emersi dalla vicenda e che lentamente delineano i contorni di un fatto troppo grave per essere raccontato.
La domanda che quasi tutti si saranno posti è: e se fosse stata figlia mia? In molti si saranno risposti dicendosi che non si sarebbero dati pace finché non avessero trovato il coraggio di farsi giustizia da soli. Giusto o sbagliato non so dirlo, è un dolore troppo grande per essere affrontato da questo punto di vista.
La cosa che davvero mi angoscia è quello che la Legge, la Giustizia cosiddetta canonica di uno Stato di Diritto come l’Italia, farà di fronte ad un fatto efferato come quello di Palermo. Che non è il primo, badiamo bene.
Stupisce il fatto che il ministro Nordio non abbia ancora detto nulla di significativo a riguardo; stupisce il fatto che nessun parlamentare della maggioranza abbia preso carta e penna per scrivere al Governo sollecitando provvedimenti di assoluta emergenza riguardo circostanze che a questo punto diventano sempre più emergenza nazionale. E soprattutto, lo dico senza remore, lascia attoniti il fatto che la donna attualmente più importante d’Italia non abbia proferito parole chiare e determinate su quanto accaduto.
Giorgia Meloni è il capo del Governo Italiano, è una giovane mamma. L’auspicio è che un Esecutivo giusto formato da partiti che da trent’anni tentano – qualche volta riuscendoci – di perseguire il buongoverno – prenda subito le redini di una situazione divenuta ormai insostenibile e metta mano ad un provvedimento di legge ad hoc con pene severissime e certe contro la violenza sulle donne.
Sarebbe potuta essere nostra figlia, nostra sorella, nostra madre. Non giriamoci dall’altra parte, ma con ogni mezzo possibile indigniamoci e sollecitiamo chi ha responsabilità di Governo e facoltà di assumere azioni a farlo, il prima possibile.