Egregio Signore Presidente,
il 15 gennaio molti italiani, 1500 persone da quanto risulta da una mappa articolata effettuata dall’ambasciata italiana in Brasilia, sono stati sorpresi da un’ordinanza ministeriale che bloccava tutti i voli che arrivassero dal Brasile a partire dal 16 gennaio, ovvero senza aver il tempo di programmarsi. Non sono previste eccezioni, dice il testo.
In questo modo tutti i cittadini italiani e residenti in Italia che da quel momento si trovavano in Brasile sono ancora lì bloccati, impediti di rientrare presso il proprio domicilio.
L’ordinanza in questione, rinnovata il 30 gennaio, sempre senza eccezioni, va contro le linee guida dell’Unione Europea, viola la costituzione italiana e l’articolo 13 dei diritti umani universali: ogni cittadino ha il diritto di ritornare al proprio Paese.
Purtroppo per gli italiani non si può fare una previsione di rientro, sono abbandonati in Brasile, senza assistenza, dato che l’ambasciata e i consolati dicono, quando rispondono, di non poter fare altro. Alcuni casi sono anche gravi: bambini che rischiano di perdere l’anno scolastico, famiglie separate, persone affette da malattie che hanno bisogno di farmaci specifici e cure mediche, persone minacciate di essere licenziate se non tornano al lavoro.
Lasciare queste persone, alcune in situazione di disagio, in un Paese ad alto rischio contagio è un abbandono crudele. In Brasile rischiano effettivamente di contagiarsi e poi di dover perire sotto la malasanità che aggrava le condizioni di questa nazione.
Quello che questi cittadini chiedono è di poter fare rientro presso il proprio domicilio, seguendo le misure di sicurezza adeguate per garantire la sicurezza agli altri ma anche a se stessi. Senza trovare aiuto da nessuna parte, hanno messo in atto iniziative per conto proprio, come gruppo Facebook, petizione on line, flash mob e hashtags.
L’obiettivo principale del gruppo è quello di ottenere dal Ministro della Salute Roberto Speranza un’eccezione all’ordinanza emessa da lui, che permetta ai cittadini italiani residenti in Italia che ora si trovano in territorio brasiliano di poter rientrare a casa in sicurezza, con obbligo di tampone e quarantena, come hanno fatto gli altri stati europei con i propri cittadini.
Il gruppo non vuole in nessun modo essere spazio per escogitare alternative illegali di rientro e questo è un valore non negoziabile. Il gruppo crede nei valori costituzionali (art. 16) e nella valenza dei diritti umani (art. 13) e punta ad avere una soluzione rapida e legale per tutti.
Italiani bloccati in Brasile #italianibloccatiinbrasile
CGIE: SERVE PROVVEDIMENTO AD HOC PER ITALIANI BLOCCATI IN BRASILE
Il Consiglio generale degli italiani all’estero chiede al governo italiano di far rientrare gli italiani bloccati in Brasile e “risolvere la situazione con un provvedimento ad hoc, permettendo ai nostri connazionali, per lo meno quelli residenti in Italia, di rientrare in patria seguendo naturalmente le misure di sicurezza adeguate per garantire la tutela sanitaria di tutti”.
I consiglieri del CGIE residenti in America Latina descrivono una “situazione gravissima: il disagio psicologico e il timore del contagio in un Paese dove le condizioni sanitarie sono al collasso, portano i nostri connazionali a vivere un sentimento di costernazione, frustrazione e crescente angoscia”.