Donato Toma, presidente della regione Molise, né è convinto: è “fondamentale non perdere il capitale umano rappresentato dai nostri italiani all’estero, valorizzando il contributo che possono ancora dare al nostro Paese, in termini sociali, culturali ed economici”.
Intervenuto in rappresentanza della Conferenza delle Regioni alla “Quarta sessione plenaria della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Consiglio generale degli italiani all’estero”, Toma ha proseguito: “Oggi sono purtroppo i nostri giovani ad essere i più interessati dal fenomeno migratorio e non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio”.
Per quanto riguarda il Molise “è presente un nostro duplicato all’estero. E ciò ha comportato anche un exploit del nostro turismo, anche perché i nostri corregionali hanno scelto di ritornare alle proprie radici. Lavoriamo quindi sulle radici perché siano sempre più estese affichè ci consentano di mantenere sempre più stretti i legami con il mondo. Dobbiamo essere pronti a cogliere le loro istanze”.
“Gli italiani all’estero non sono l’unico veicolo della cultura italiana per l’internazionalizzazione delle imprese, ma uno dei veicoli. Sono i nostri ambasciatori nelle varie nazioni. Servono quindi politiche innovative favorite da una unità di intenti delle istituzioni, che valorizzi anche le comuni radici regionali e la creazione di reti che facilitino lo scambio di competenze e strategie di sviluppo comune. Ma per fare questo sono necessari anche accordi inter-istituzionali che favoriscano questi percorsi e ne stabilisca tempi, risorse e responsabilità, programmando così sia le politiche nazionali che quelle regionali verso gli italiani all’estero”.
“Ricordo che le Regioni il 28 di novembre hanno presentato un documento sull’internazionalizzazione in vista della cabina di regia che si è tenuta il 13 di dicembre e nel quale sono state declinate delle proposte tecniche per accompagnare le imprese fuori dai nostri territori e per farle scegliere. Abbiamo chiesto di non essere come Regioni solo veicolo informativo sul proprio territorio, ma di creare delle opportunità che traduciamo sui territori, e cioè costruttori di strategie insieme al Governo. Vorremmo essere più presenti nelle fasi operative, avere delle basi ICE SIMEST e INVITALIA sui territori. La spesa pubblica funziona quando viene calata sui territori e aumenta il reddito dei territori e quindi dobbiamo stare attenti, anche nell’attuazione del PNRR, a non sovrapporci con gli interventi e ad utilizzare davvero quei fattori della produzione che non sono utilizzati sui territori e che le Regioni conoscono”.