Giovanni Tarli Barbieri, professore ordinario di Diritto costituzionale del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze (UNIFI), durante l’indagine conoscitiva della Giunta delle elezioni nell’ambito delle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante “Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”, ha detto: “Non sono sporadici i casi di italiani all’estero non iscritti all’Aire, soprattutto provenienti dal Mezzogiorno, che ha visto non a caso una crescita di iscritti all’Aire nel recente periodo piuttosto modesta. Vi sono poi casi persistenti di cittadini irreperibili anche all’estero e il cui atto di morte all’estero non risulta pervenuto alle anagrafi comunali”.
“Quello che si chiama astensionismo apparente ha delle conseguenze anche sul piano elettorale – aggiunge – basti pensare al decreto legge 25/2021 che con riferimento ai comuni più piccoli ha abbassato al 40% il quorum di validità con riferimento all’elezione dei sindaci e dei consigli comunali quando sia stata presentata un’unica lista”.
Inoltre, secondo il professore, “qualche dubbio suscita la proposta di escludere gli italiani all’estero dall’elettorato attivo per le elezioni regionali e comunali. Perché di italiani si tratta e come tali titolari di diritti politici”.
INCERTE PROSPETTIVE VOTO ELETTRONICO ITALIANI ALL’ESTERO
“Per gli italiani all’estero, assai incerte sono le prospettive del voto elettronico, per le quali è in corso una sperimentazione legittimata dalla Legge di Bilancio del 202, comma 627-628. Ma una sperimentazione che non ha mancato di evidenziare rischi anche per la sicurezza da attacchi informatici. La prospettiva del voto elettronico è da valutare seriamente, ma probabilmente non ancora attuabile”. Così Giovanni Tarli Barbieri.