In occasione della Seconda Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina ricorda il “ruolo fondamentale di tanti connazionali impegnati, oltre confine, nella promozione del settore enogastronomico nazionale”.
Nei Paesi di nuova mobilità, le stime indicative della DGIT – contando chef, cuochi e direttori di sala – fanno stato di 250 operatori in Russia, 400 in Giappone e 500 in Cina. Negli Stati Uniti – anche senza considerare New York – abbiamo decine di migliaia di addetti alla ristorazione solo sulla West Coast: circa 15000 tra Los Angeles e San Francisco. Né la Brexit scoraggia la nostra presenza culinaria: solo a Londra, sono 300 gli chef italiani di alta gamma e la ristorazione rimane il settore principale di impiego tra i 600.000 stabilmente presenti nel Regno Unito. Restando in Europa, in Germania abbiamo 50.000 alfieri della cucina italiana, di cui circa 25.000 ristoratori.
“Sono cifre indicative dell’indispensabile contributo della nostra collettività alla capillare promozione dell’eccellenza enogastronomica italiana”, ha commentato il Direttore Generale Luigi Vignali. “Con la rete consolare intendiamo ora approfondire questa prima analisi, attraverso una mappatura più dettagliata della presenza degli italiani all’estero in questo settore di attività”. (aise)
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