Dopo la scossa di terremoto di magnitudo 5.1 che si è registrata alle ore 3.19 nella notte tra il 25 e il 26 dicembre con epicentro tra Viagrande e Trecastagni, in provincia di Catania, continua l’intenso lavoro di monitoraggio ed analisi dei ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Secondo gli esperti il terremoto della scorsa notte, che ha causato danni ingenti a case e edifici, oltre a decine di feriti e centinaia di sfollati, è stato “uno dei più energetici mai registrati sul vulcano“. L’evento sismico è stato localizzato 1 km a sud dall’abitato di Lavinaio, alla profondità di circa 1 km sotto il livello del mare.
Circa un paio di ore prima, alle ore 01:09 italiane, il terremoto era stato anticipato da un’altra scossa, di magnitudo Ml 3.3, localizzata poco più a nord-est e alla stessa profondità.
“Il terremoto delle ore 03:19 è verosimilmente legato” all’eruzione dell’Etna, spiegano ancora i ricercatori Ingv.
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“Negli ultimi giorni – si sottolinea in una nota ufficiale – la sismicità registrata ha coinvolto diversi settori del vulcano: in particolare, nelle prime ore del 24 dicembre si è manifestata in area sommitale in coincidenza del teatro eruttivo, dalla superficie fino a 2 km di profondità sotto il livello del mare. Successivamente, si è posizionata lungo la parete occidentale e meridionale della Valle del Bove, fino a profondità di 4-5 km sotto il livello del mare”.
I ricercatori precisano inoltre che il sisma “non risulta generato da movimenti di masse magmatiche presenti in area epicentrale, bensì rappresenta, probabilmente, la risposta fragile del fianco orientale del vulcano ad uno stress indotto dal sistema magmatico che in questo momento è sorgente dell’eruzione”.