Alla prima assemblea plenaria del nuovo CGIE intervengono anche alcuni dei 18 parlamentari eletti all’estero. Alessio Tacconi, eletto con il M5S e poi passato al Pd, spiega: “Sono stato uno dei più convinti detrattori del Consiglio Generale perché si respirava un clima di impotenza, ma ho dato il mio appoggio al Parlamento al rinnovo di cui va dato atto al governo, anche perché col passare del tempo si sentiva sempre di più l’esigenza di avere un luogo di incontro. Ora dobbiamo fare una riflessione seria su chi vogliamo rappresentare, e sulle cause che spingono molti italiani all’estero a non iscriversi all’AIRE”.
Per Laura Garavini, Pd, “la priorità numero uno continua a essere l’investimento in corsi di lingua e cultura italiana, anche per un nuovo tipo di pubblico. Poi ci vuole una riforma del Cgie, che esso stesso deve pensare".
Il senatore del Pd eletto all’estero, Claudio Micheloni, intervenendo all’assemblea plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina: "Si decida da subito di convocare un’assemblea plenaria straordinaria entro fine giungo affinché il Consiglio generale degli italiani all’estero venga messo nelle condizioni minime per poter lavorare". "Va riformata la rappresentanza degli italiani all’estero e in questo senso è importante che a giugno, con questo Consiglio, si apra definitivamente un cantiere di riforme". "I patronati vanno rafforzati – continua Micheloni – perché siamo convinti che senza una riforma le strutture saranno portate a morte naturale".
Il deputato del Pd eletto all’estero Marco Fedi, intervenuto al Cgie: "Viviamo una situazione di crisi, ci sono nuove mobilità e io prendo atto delle parole del governo per cui non si realizzeranno nuove chiusure consolari: la tecnologia ci aiuta ma non dobbiamo dimenticare che nel mondo c’è bisogno dello Stato italiano, c’è bisogno del rafforzamento dei patronati".
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